Allarme ittico. Oltre 40 specie di pesci nel Mediterraneo rischiano l’estinzione

Un tonno pinna blu

Un nuovo studio della International Union for Conservation of Nature (IUCN) ha accertato che oltre 40 specie di pesci nel Mediterraneo potrebbero sparire nel giro di pochi anni.

Secondo lo studio, quasi la metà delle specie di pescecani e razze e almeno 12 specie di pesci con le spine rischiano l’estinzione a causa dell’eccessica attività peschereccia, dell’inquinamento e della perdita di habitat.

Particolarmente minacciati, riferisce The Huffington Post, sono i tonni pinna blu, le spigole, i naselli e le cernie brune, ha dichiarato l’ IUCN, un’associazione basata in svizzera di mille gruppi in 160 Paesi. ”Particolarmente preoccupante è la situazione del tonno pinna blu nel Mediterraneo e nell’Atlantico orientale, ha dichiarato Ken Carpenter, coordinatore della valutazione delle specie marine globali dell’IUCN.

A causare la situazione è stata un forte diminuzione della capacità riproduttiva dei grandi pesci dovuta all’eccessiva attività di pescaggio. Inoltre, i consumatori giapponesi mangiano l’80 per cento dei tonni pinna blu pescati nell’Atlantico e nel Pacifico, e le due specie sono particolarmente apprezzate dagli amanti del sushi.

A gennaio un tonno pinna blu di 342 kg. è stato venduto per 396 mila dollari a Tokyo, il più grande mercato del mondo di pesce all’ingrosso, ovvero a 240 dollari al chilo. La pesca nel Mediterraneo è regolata da trattati Onu, dall’Unione Europea e da normative separate delle 21 nazioni rivierasche.

Lo scorso novembre, la Commissione Internazionale per la Protezione dei Tonni Atlantici ha deciso di ridurre la quota pescata di tonni pinna blu nel Mediterraneo e nell’Atlantico Orientale da 13.500 a 12.900 tonnellate l’anno, una diminuzione del 4 per cento. Ma le associazioni ambientali chiedono maggiori riduzioni o addirittura il divieto della pesca del tonno pinna blu.

La Food and Agricolture Organization delle Nazioni Unite ha avvertito che la quantità di pesce a livello globale continua a diminuire nonostante gli sforzi diretti a regolare il pescaggio ed ad impedire il suo uso eccessivo.

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