Pianura padana, “camera a gas d’Italia”. Padova capitale dello smog

Pianura padana, camera a gas d'Italia
Pianura padana (foto Ansa)

ROMA – L’Italia si conferma tra i Paesi europei con i problemi più gravi dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico. E la Pianura padana l’aerea dove si muore di più. Il rapporto annuale dell’Agenzia europea (Aea) per l’ambiente, realizzato con i dati delle centraline antismog attive nell’Ue e in altri paesi europei, colloca il nostro Paese al primo posto per morti premature da biossido di azoto (NO2) – gas prodotto principalmente da motori diesel – con 14.600 decessi e nel gruppo di quelli che sforano sistematicamente i limiti di legge per i principali inquinanti atmosferici.

Camera a gas d’Italia

La Nasa, l’agenzia spaziale americana, aveva già definito la Pianura Padana come la camera a gas d’Italia. 23 milioni di abitanti, il 43% dell’intera popolazione italiana, l’area è la più inquinata d’Europa. Due milioni di italiani vivono in aree, soprattutto la Pianura Padana, dove i limiti Ue per i tre inquinanti principali sono violati sistematicamente.

Per Legambiente, in Italia sono 20 le città capoluogo già fuorilegge per il superamento del limite annuale previsto per le polveri sottili. Al primo posto Milano, seguita da Torino e Pavia. Per l’Aea, la Penisola ha anche il secondo valore più alto, tra quelli raccolti nell’Ue, di decessi prematuri per il particolato fine PM2,5 (58.600).

Padova capitale dello smog

In particolare, sarebbe la città di Padova la capitale dello smog. Peggio fa solo la Germania. Quanto alle concentrazioni di PM2,5 l’Italia ha le più elevate insieme a sei Paesi dell’Est (Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania e Slovacchia).

Torino contende a Parigi e Londra il primato di città europea più inquinata da NO2 e, tra le città più piccole, Padova si segnala per l’alta concentrazione media di PM2,5 e PM10. La situazione non migliora nelle aree rurali del Nord Italia, con superamenti dei limiti giornalieri di particolato registrati in sedici delle 27 centraline che hanno rilevato valori irregolari nell’Ue. 

Record di decessi prematuri da biossido di azoto

La Commissione europea ha già deferito l’Italia, insieme ad un nutrito gruppo di Paesi, alla Corte di giustizia europea, in particolare per il mancato rispetto per i valori soglia sui PM10 e sull’NO2. Mettendo a confronto i dati attuali con quelli del rapporto 2018, la situazione appare in miglioramento in termini assoluti, ma non relativi. I numeri dell’impatto dello smog sulla salute, calcolati dall’Agenzia europea per l’ambiente in morti premature stimate, sono in diminuzione, ma anche l’anno scorso il nostro Paese era al primo posto per decessi da biossido di azoto e veniva solo dopo la Germania per quelli causati dal PM2,5.

Ripensare le città

I dati “sono drammatici e suonano come l’ennesimo campanello d’allarme, rendendo ancor più chiara la necessità di velocizzare il percorso intrapreso per il miglioramento della qualità dell’aria”, ha detto il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa. Ma, nota Greenpeace Italia, il rapporto Aea “ci dice anche che la lotta per migliorare la qualità dell’aria coincide con la lotta ai cambiamenti climatici, perché le fonti di emissione sono le stesse”.

“Le azioni green previste nel decreto clima non sono sufficienti così come non bastano gli appelli di buon senso. Occorre ripensare le città per le persone, non per le auto, dando ai cittadini una valida alternativa al trasporto privato”, ha osservato il presidente di Legambiente, Stefano Ciafani. (fonte Ansa)

Gestione cookie