Pinguini imperatore: si scaldano facendo una “ola antartica”

ROMA – I pinguini imperatore sono gli unici animali a sangue caldo in grado di sopravvivere alle gelide temperature dell’Antartide e ci riescono facendo la “ola”. Il ricercatore Daniel Zitterbart ha scoperto il loro segreto per preservare il calore: riunirsi in una calca di esemplari che muovendosi permettono la propagazione di un’onda di calore, analogamente a quanto succede alle onde sonore o elettromagnetiche che si propagano in un mezzo.

La ricerca è stata pubblicata su PLoS One da Zitterbart, dottorando in geofisica dell’università di Erlangen-Nuremberg, in Germania, che durante una spedizione nella stazione di ricerca di Neumayer in Antartide ha osservato una colonia di pinguini muoversi come un unico oggetto. Fotografando la calca di pinguini imperatore ogni secondo per un totale di 4 ore consecutive e analizzando i dati raccolti con un  programma ideato per seguire lo spostamento delle cellule tumorali, Zitterbart ha scoperto che i pinguini nella prima fila si spostano sulla destra di 5 o 10 centimetri, dando il via ad un movimento ad onda seguito dalle file successive, che si articola in un periodo tra i 30 ed i 60 secondi.

La dottoressa Barbara Wienecke, co-autrice dell’articolo e ecologa marina della Australian Antartic Division, ha spiegato che i pinguini imperatore osservati erano tutti maschi, impegnati nell’atto di covare le uova, che implica la necessità di rimanere fermi in equilibrio sul proprio posto per due mesi, rimanendo digiuni e sopportando il freddo: “I pinguini imperatore sono gli uccelli che più superbamente si sono adattati a tali condizioni. Inoltre sono gli unici animali a sangue caldo che sopravvivono all’inverno antartico”.

I ricercatori hanno stimato che in un metro quadrato di terreno sono contenuti circa 10-12 pinguini e che il gruppo può raggiungere le dimensioni di centinaia o migliaia di esemplari, specialmente quando il freddo comincia ad essere eccessivo o si prospettano tempeste, e si avvicinano a tal punto da impedire la dispersione del calore: “il vento freddo è un fattore di rischio enorme. Ammassandosi si risparmiano ingenti quantità di energia”, ha fatto notare la Wienecke.

“Tenendo la calca in movimento si ottiene un’imballo denso. I piccoli e compatti passi dei pinguini nella massa sono simili al movimento di granuli in un materiale”, ha spiegato Zitterbart, la cui ricerca infatti mostra come il moto di tali uccelli presenti sorprendenti analogie con il comportamento fisico di alcuni materiali costituiti da particelle granulari. Inoltre i ricercatori si sono accorti che il fenomeno prende il via al tramonto quando le temperature si aggirano tra i -33 ed i -43 gradi celsius, cioè quando i freddi venti cominciano a spirare, ma il moto dei pinguini non è apparso influenzato dalla direzione del vento.

Oltre all’analisi prettamente fisica svolta da Zitterbart, che ha permesso di osservare questa singolare “ola antartica”, sarà interessante ora per la Wienecke individuare le motivazioni biologiche ed etologiche alla base di tale comportamento, probabilmente necessario per aumentare la circolazione sanguigna. Movimenti coordinati e strutture simili a quelle assunte dalla colonia di pinguini, fanno notare nella ricerca, erano già state osservate nel caso di locuste, banchi di pesci e cellule tissutali, anche se tale moto può ricordare anche il moto microscopico degli atomi all’interno di materiali cristallini particolarmente densi.

I ricercatori ora si chiedono come sia possibile che la colonia riesca a generare un’onda coordinata e sincronizzata nel caso di intemperie, mentre una folla di uomini in situazioni di pericolo assumano atteggiamenti scoordinati e turbolenti, che  in cui si corre il serio rischio di essere calpestati. Forse sarebbe possibile rispondere a questa domanda se fosse individuato il meccanismo che avvia questa “ola antartica”, cioè come e quando si innesca quest’onda, un processo di sincronizzazione dell’intera colonia probabilmente legato a strategie volte alla sopravvivenza.

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