Proteste contro l’elettrodotto Friuli-Austria: è inutile

Pubblicato il 20 Gennaio 2011 - 17:19 OLTRE 6 MESI FA

Si sono dati appuntamento in duemila per attraversare il piccolo centro di Tolmezzo, in Friuli, e dire un “NO” categorico al progetto di elettrodotto aereo Wuermlach-Somplago. Il progetto, secondo i suoi sostenitori e promotori (tra cui Alpe Adria Energia e la Giunta regionale) consentirebbe alla centrale idroelettrica di produrre più energia, portando risparmi e profitti (in termini di occupazione) a tutta la zona; secondo i detrattori, invece, sarebbe solo un modo per svendere la Carnia (zona alpina del Friuli) agli interessi di pochi dando vita a un elettrodotto aereo che risulterebbe, per gli oppositori, incomprensibile, dannoso e economicamente ingiustificato: “L’energia è indispensabile – recita lo slogan del gruppo “NO all’elettrodotto Würmlach-Somplago”- Gli elettrodotti sono indispensabili. Questo non lo è”.

L’elettrodotto aereo dovrebbe partire da Wurmlach, in Austria, attraversando la valle del But, per raggiungere, con una serie di interventi di impianto di tralicci e di, conseguente, disboscamento a Somplago. A presentare la struttura, nel 2005, è stata la società Alpe Adria Energia S.p.a, che, una volta realizzato l’elettrodotto potrebbe approvvigionarsi di energia elettrica a basso costo da girare poi ad altri gruppi industriali. Nelle fila del corteo di protesta c’erano cittadini, ambientalisti,associazioni, e, arrivati dall’altro versante delle montagne, anche gli amministratori del vicino Land austriaco della Carinzia, il cui territorio è toccato dal nuovo progetto. Per il WWF friulano “l’elettrodotto aereo dovrebbe servire a importare energia dall’Austria a un prezzo più basso di quello attuale, ma si tratta di un progetto che la Regione sta sostenendo ma che riscuote forte ostilità a livello locale. Qui si tratta – continuano gli ambientalisti – del sacrificio della montagna a vantaggio del profitto di pochi”. Parole che la maggioranza di centro destra che guida la Regione smentisce con forza: “Qui nessuno vuole svendere la Carnia – dice il consigliere regionale Luigi Cacitti – riteniamo che l’infrastruttura serva e che debba diventare addirittura un volano per le attività economiche del territorio. Stiamo studiando – continua Cacitti – una formula che consenta al territorio di entrare nella società che propone l’elettrodotto. Così sarà possibile per il territorio, e quindi per la gente, beneficiare del differenziale favorevole tra il costo dell’energia in Italia e quello, decisamente più basso, in Austria».

Ma proprio l’energia austriaca offre il puntello per una delle più feroci opposizione che dal fronte “verde” arrivano all’elettrodotto: “Appare inverosimile che si dichiari di voler importare elettricità a basso costo dall’Austria, poiché, da molti anni, in quel Paese il saldo tra produzione e consumi di energia elettrica è negativo: l’Austria cioè non riesce a produrre tutta l’elettricità di cui ha bisogno e deve importarne dall’estero – dice Dario Predonzan che si occupa di energia per la sezione friulana dell’associazione con il Panda, che aggiunge – la capacità produttiva delle centrali esistenti in Friuli Venezia Giulia, inoltre, supera di circa il 60 per cento il fabbisogno di elettricità della Regione. Se questa capacità non viene completamente sfruttata è soltanto per l’obsolescenza di alcuni impianti e la mancanza di investimenti nell’innovazione tecnologica”.

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