Ambiente, rapporto. Oceani, pericolo estinzione di massa della vita marina

OXFORD, GRAN BRETAGNA – Un gruppo di scienziati avverte in un allarmante rapporto che se i vari aspetti del degrado degli oceani mondiali non verranno frenati, in essi si verificherà una estinzione di massa della vita marina senza precedenti nella storia dell’umanità.

Il rapporto preliminare, redatto dall’International Programme on the State of the Ocean (IPSO) di Oxford, è il risultato della prima ricerca interdisciplinare internazionale sugli effetti congiunti di tutti gli stress che attualmente affliggono gli oceani, inclusi l’inquinamento, il riscaldamento, l’acidificazione, l’eccesso di pescaggio e l’ipossia (bassa percentuale di ossigeno).

”I risultati del rapporto sono sconvolgenti”, dichiara Alex Rogers, direttore scientifico dell’IPSO, che aggiunge: ”Ci troviamo di fronte ad una situazione molto seria che esige inequivocabili azioni ad ogni livello. Stiamo preventivando conseguenze per l’umanità che avverranno nello spazio della nostra vita e, peggio ancora, di quelle dei nostri figli e delle generazioni che verranno”.

Il gruppo di scienziati ha concluso che la degenerazione degli oceani sta avvenendo molto più rapidamente del previsto, e che la combinazione dei fattori che mette in pericolo l’ambiente marino fa da preambolo alle stesse condizioni che hanno provocato tutte le più grandi estinzioni nella storia della Terra.

Gli scienziati rilevano che tre principali fattori sono stati presenti nelle estinzioni di massa del passato: bassa percentuale di ossigeno e mancanza di ossigeno che creano le ”zone morte” negli oceani, riscaldamento e acidificazione. Secondo il rapporto, il concorso di questi fattori causerà inevitabilmente anche nella nostra era un’estinzione marina di massa se provvedimenti non verranno presi in fretta per migliorare le condizioni esistenti.

Il rapporto dell’IPSO richiede interventi urgenti in varie aree: immediata riduzione delle emissioni di anidride carbonica, sforzi coordinati per ripristinare gli ecosistemi marini e attuazione di principi preventivi ”per cui è provato che le attività non recano danno all’oceano singolormente o assieme ad altre”.  Il gruppo richiede inoltre alle Nazioni Unite di istituire ”una efficace autorità di controllo sugli oceani”.

”Le sfide riguardo ai nostri oceani sono vaste, ma contrariamente a precedenti generazioni noi adesso sappiamo quello che è necessario fare per evitare il peggio”, ha detto Dan Laffoley, dell’International Union for Conservation of Nature and Natural Resources (IUCN). Ma ha avvertito: ”Il tempo per proteggere il cuore blu del nostro pianeta è adesso, oggi e urgente”.

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