Rifiuti Campania, ecco come dovrebbe funzionare lo smaltimento

NAPOLI, 26 GIU – Dalla raccolta alla smaltimento finale: e' lungo il percorso che ogni giorno fanno i rifiuti della Campania.

Nella regione in media si producono quotidianamente circa 7200 tonnellate di ''solidi urbani''. Una produzione che e' in linea con quelle delle altre regioni. La raccolta dalle strade, la differenziata e il trasporto in discarica compete ai singoli Comuni. La legge pero' assegna alle Province la gestione dell'impiantistica, ovvero degli impianti Stir (gli ex Cdr) e delle discariche. Alla Regione, invece, attraverso l'ufficio flussi, spetta l'assegnazione dei quantitativi di spazzatura ai vari impianti: quote che sono assegnate quotidianamente sulla base della capacita' ricettiva dei singoli impianti e delle esigenze delle singole province. L'obiettivo era quello di rendere autosufficiente ogni singola provincia. Dallo scorso mese di gennaio le altre province hanno dato hanno dato ''solidarieta''' a quella di Napoli accogliendo parte dei rifiuti.

Il Comune di Napoli, che ha il maggior numero di abitanti, ha una produzione media di 1200 tonnellate al giorno, con picchi che si registrano tra la primavera e il mese di luglio e durante le festivita' natalizie.

I rifiuti ''tal quale'' (quelli che finiscono in maniera indifferenziata nei cassonetti) e quelli che residuano dalla raccolta differenziata (ovvero dopo che e' gia' scartato il vetro, la plastica, la carta, l'alluminio e la sostanza umida da destinare ai compostaggi) una volta raccolta dagli autocompattatori, per la maggior parte, finiscono agli Stir che in Campania sono sette. Tre in provincia di Napoli – Giugliano e Tufino, gestiti dalla societa' provinciale Sap.Na e Caivano -, uno a Pianodardine in provincia di Avellino, uno a Casalduni in provincia di Benevento, uno a Santa Maria Capua Vetere nel Casertano e infine l'ultimo a Battipaglia in provincia di Salerno.

Inizia cosi' la lavorazione dei rifiuti dalla quale si ricavano la frazione umida trattata che finisce successivamente in discarica e quella secca destinata alla combustione nell'unico impianto di termovalorizzazione di Acerra.

Delle sei discariche attive nella regione due sono in provincia di Napoli: quella di Chiaiano, ormai quasi satura e cava Sari a Terzigno che, pero', dopo le proteste dello scorso autunno accoglie solo i rifiuti 'tal quale' di 18 comuni della zona vesuviana mentre prima smaltiva anche un quantitativo proveniente da Napoli.

Poi c'e' la discarica di Macchia Soprana, a Serre, nel salernitano, San Tammaro, in provincia di Caserta, Sant'Arcangelo Trimonte nel beneventano, e infine Savignano Irpino, in provincia di Avellino. La legge pero' prevedeva la apertura di altre discariche, come quella di Cava Vitiello, sempre a Terzigno, 'cancellata' dopo le proteste dello scorso autunno.

Ma molto spesso la ricettivita' non e' risultata adeguata alle esigenze e per questo si e' fatto ricorso al trasferimento del 'materiale trattato' fuori regione.

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