Riscaldamento globale, nel 2021 la Terra più calda di 1,1 gradi. Anche in oceani e mari temperature record

La temperatura superficiale media globale della Terra nel 2021 è stata pari al 2018 e la sesta più calda mai registrata, secondo analisi indipendenti condotte dalla Nasa e dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa). Nel complesso, gli ultimi otto anni sono i più caldi da quando è iniziata la rilevazione nel 1880.

Gli ultimi 8 anni i più caldi dal 1880

Prosegue la tendenza al riscaldamento a lungo termine del pianeta, con le temperature globali nel 2021 di 0,85 gradi centigradi al di sopra della media del periodo di riferimento 1951-1980 della Nasa, secondo gli scienziati del Goddard Institute for Space Studies (Giss) della Nasa a New York.

La Terra nel 2021 era circa 1,1 gradi centigradi più calda della media della fine del XIX secolo, l’inizio della rivoluzione industriale. “La scienza non lascia spazio a dubbi: il cambiamento climatico è la minaccia esistenziale del nostro tempo”, ha affermato l’amministratore della Nasa Bill Nelson. “Otto dei 10 anni più caldi del nostro pianeta – aggiunge – si sono verificati nell’ultimo decennio, un fatto indiscutibile che sottolinea la necessità di un’azione coraggiosa per salvaguardare il futuro del nostro Paese e dell’intera umanità”. 

Anidride carbonica e gas serra le principali cause

Questa tendenza al riscaldamento globale, spiegano le due agenzie statunitensi, “è dovuta alle attività umane che hanno aumentato le emissioni di anidride carbonica e altri gas serra nell’atmosfera. Il pianeta sta già assistendo agli effetti del riscaldamento globale: il ghiaccio marino artico sta diminuendo, il livello del mare sta aumentando, gli incendi stanno diventando più gravi e i modelli di migrazione degli animali stanno cambiando. Capire come sta cambiando il pianeta, e con quanta rapidità questo accade, è cruciale per l’umanità per prepararsi e adattarsi a un mondo più caldo”.

Stazioni meteorologiche, navi e boe oceaniche in tutto il mondo registrano la temperatura sulla superficie terrestre durante tutto l’anno, spiegano Nasa e Noaa, e queste rilevazioni sono convalidate con i dati satellitari dell’Atmospheric Infrared Sounder (Airs) sul satellite Aqua della Nasa. L’Agenzia (con l’Istituto Goddard-Giss che è il principale centro della Nasa per lo studio sul clima e la ricerca sui cambiamenti climatici) confronta quella temperatura media globale con il suo periodo di riferimento del 1951-1980 e include i modelli climatici e gli anni insolitamente caldi o freddi dovuti ad altri fattori, assicurando che comprenda le variazioni naturali della temperatura terrestre.

“La complessità delle varie analisi non ha importanza perché i segnali sono molto forti”, ha affermato Gavin Schmidt, direttore del Giss, precisando che “le tendenze sono tutte uguali perché sono molto grandi”.

Le acque di oceani e mari sono sempre più calde

Nel 2021 le acque degli oceani e dei mari di tutto il mondo hanno raggiunto le temperature più alte registrate da quando sono cominciate le rilevazioni, nel 1955. Negli ultimi sei anni questo record è stato superato ogni anno, a causa del peggioramento della crisi climatica. Il riscaldamento delle acque, inoltre, contribuisce ad aggravare le condizioni ambientali della terra, consumando i ghiacciai della Groenlandia e dell’Antartide e rendendo più intense le tempeste e gli eventi atmosferici estremi.

Secondo uno studio internazionale, “la variazione del contenuto termico degli oceani nel 2021 è equivalente all’energia che si otterrebbe facendo esplodere 7 bombe atomiche ogni secondo per tutta la durata dell’anno”. Alla ricerca hanno partecipato 23 ricercatori di 14 istituzioni (tra cui l’Ingv ed Enea).

I ricercatori avvertono che il nuovo record è stato toccato nonostante nel 2021 si sia manifestato il fenomeno conosciuto come La Niña (che porta temperature fredde sugli oceani) che ha contribuito a limitare il riscaldamento nell’oceano Pacifico. L’Oceano, spiegano i ricercatori, “assorbe poco meno di un terzo della Co2 emessa dall’uomo ma il riscaldamento delle acque riduce l’efficienza di questo processo, lasciandone una percentuale maggiore in atmosfera”. Monitorare le variazioni di temperatura e di Co2 serve “per giungere a un piano di mitigazione per limitare gli effetti del cambiamento climatico” sottolinea Simona Simoncelli dell’Ingv.

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