Il caos dei sacchetti di plastica: illegali da gennaio, ma nei supermercati li troveremo ancora

Pubblicato il 28 Dicembre 2010 - 13:14| Aggiornato il 9 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Sacchetti plastica

Lunedì 3 gennaio 2011: riaprono i supermercati dopo la chiusura di capodanno. Il momento della verità sarà alla cassa, al momento di imbustare la spesa. I sacchetti di plastica ci saranno ancora?  In teoria no, visto che, dal primo gennaio saranno illegali. In realtà sì, visto che i gestori hanno il diritto a smaltire le scorte. Con un dettaglio: il supermercato di turno non ce li potrà far pagare più: la messa al bando riguarda anche la commercializzazione. Smaltimento sì, quindi, ma gratis.

Della questione sacchetti di plastica, a oggi, si è capito poco o nulla.  Innanzitutto mancano i decreti applicativi, quelli che, concretamente, rendono applicabile una norma. Mancano, spiega il Sole 24 Ore, anche le sanzioni. E non è esattamente un dettaglio: una legge che dice “non puoi fare questo altrimenti non ti faccio un bel niente” non è esattamente credibile.

Manca persino un criterio inequivoco per spiegare una volta per tutte cosa sia biodegradabile e cosa non lo sia. Per fare luce sulla faccenda era stata annunciata una sperimentazione sul tema: sperimentazione da un miliardo che non si è fatta.  Il risultato è che ad una manciata di giorni dall’entrata in vigore del bando domina la confusione. Gestori di supermercati e non solo si chiedono cosa possa accadere dal 2 gennaio. I sacchetti di plastica rimarranno al loro posto o spariranno?

La questione, dal punto di vista ambientale, è sensibile e controversa. In Italia, infatti, si usano “shopper” per 200mila tonnellate, con un fatturato sugli 800 milioni di euro e 4mila dipendenti impegnati in un centinaio di fabbriche. Eliminarli non è facile e soprattutto non tutti sono convinti che sia utile. Spiega il Sole 24 Ore: ”

“I sacchetti biodegradabili hanno il vantaggio che si dissolvono senza lasciare traccia, mentre quelli di plastica tradizionale hanno il vantaggio di essere inerti e stabili, senza rilasciare nulla nell’ambiente. Però quando sono gettati senza criterio sono orrendi, e in mare possono nuocere ai cetacei come delfini, orche e balene, che li scambiano per cibo”.

Quindi un aspetto pratico: “Se non ci saranno i sacchetti di plastica della spesa – questo è certo – i cittadini avranno una risorsa in meno per racchiudere la spazzatura, uno dei modi più comuni di riusarli. Invece di ricorrere al riuso, compreranno al supermercato i sacchetti neri da immondizia, che sono usa-e-getta. I sacchetti biodegradabili (di carta o delle tecnoplastiche come il mater bi, un ritrovato tutto italiano che piace nel mondo) non si prestano all’immondizia generica, poiché si rompono e si aprono con facilità, soprattutto se piove”.

Ecologici o meno, la legge dice che è ora di cambiare. Lo aveva stabilito il governo Prodi diversi anni fa. Poi la cosa è andata in soffitta per la mancanza dei decreti attuativi. Lo stesso problema di oggi. Nel 2009 si decise di rimandare tutto di un altro anno. L’anno è passato e siamo esattamente nella stessa situazione, con una norma che al momento sembra quasi impossibile da applicare.