Sardegna invasa dalle cavallette: “Colpa del caldo, in futuro potrebbe colpire altre regioni”

Le cavallette stanno devastando la Sardegna spazzando via circa 3omila ettari nella zona di Nuoro. Mangiano circa 200-250 tonnellate di vegetali al giorno sui campi coltivati, gli orti o i giardini, per poi sparire a fine luglio. Si tratta di celiferi, termine tecnico delle cavallette, della specie dei Dociostaurus maroccanus. Si tratta della stessa cavalletta che da millenni piaga il Nordafrica.

Cavallette invadono la Sardegna, l’esperto: “Potrebbe estendersi ad altre regioni”

Ignazio Floris, professore di entomologia all’università di Sassari, a Repubblica spiega che “ogni femmina depone fino a 100 uova”  aggiungendo che “l’infestazione può crescere da un anno all’altro anche del 100%. Raggiunge un massimo e poi inizia a calare. Io credo che siamo arrivati al picco”.

Iniziata nel 2019, l’ondata attuale secondo gli esperti potrebbe piegare la Sardegna con un’intensità calante che prosegue per altri 3 o 4 anni. . “Le infestazioni sono molto difficili da prevedere, ma non escluderei che altre regioni possano essere colpite in futuro” aggiunge ancora l’esperto. 

Il ruolo del cambiamento climatico

Il cambiamento climatico mantiene le uova che si schiudono a metà aprile, al caldo in inverno. La pioggia danneggerebbe uova e larve, ma come stiamo vedendo specialmente quest’anno, ormai scarseggia. “Se loro non trovano ostacoli si diffondono a macchia d’olio” spiega Pantaleoni.

Nell’isola i primi sciami sono stati avvistati a fine maggio. Solo ad agosto queste cavallette moriranno, ma non prima di aver deposto altre uova. Per debellarle ci sarebbero gli insetticidi ma l’agricoltura biologica molto diffusa sull’isola vieta l’unico prodotto che sarebbe efficace a debellarle,

 Roberto Pantaleoni, entomologo del Cnr e dell’università di Sassari, spiega a Repubblica: “I pascoli troppo sfruttati, con terreni duri, compattati dal calpestio degli animali e dal caldo, sono l’habitat ideale per loro. Le femmine hanno una sorta di pungiglione sull’addome che usano come un trapano per praticare un foro nel terreno. Lì depongono le uova per l’inverno”. Come contromisura si dovrebbe arare il terreno per esporre le uova alle intemperie e ai predatori, operazione che però andrebbe fatto in tempo. “Ci accorgiamo delle infestazioni solo quando è troppo tardi” prosegue Pantaleoni.

Per uccidere le cavallette si è abbandonato l’uso della crusca trattata con l’arsenico. Questa pratica venne fatta nel 1946 e uccise molto bestiame. Da allora è stato importato nell’isola un coleottero rosso e nero, il Mylabris variabilis, che si nutre delle loro uova. Floris spiega che questi fenicotteri vengono prelevati e portati nelle aree infestate. operazione che, a quanto pare, non basta affatto. 

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