Allarme dagli Usa, strage di api e spopolamento degli alveari: raccolti a rischio

Sempre meno api volano nei prati americani e i dati degli ultimi quattro anni sembrano catastrofici. Più di un terzo degli alveari del paese non è sopravvissuto all’inverno e 2,4 milioni colonie di insetti sono caduti a partire dal 2006 per colpa di una malattia.

Si chiama sindrome dello spopolamento degli alveari: oltre tre milioni di colonie negli Usa e miliardi di api in tutto il mondo sono morte, ma ancora gli esperti non hanno capito il perché.

Solo durante lo scorso inverno gli alveari sono diminuiti del 33,8%, secondo il sondaggio annuale degli Apiary inspectors of America e dell’agricultural research service statunitense.

La strage di api però minaccia seriamente i raccolti: secondo le stime un terzo di ciò che mangiamo dipende dall’impollinazione delle api da miele. Il contributo delle api all’economia globale vale 30 miliardi di euro. Le cause possibili della moria vanno dall’acaro varroa alle infezioni batteriche e virali, dai pesticidi alla cattiva nutrizione dovuta all’agricoltura intensiva.

La scomparsa di un numero così elevato di insetti è stata soprannominata anche “la sindrome della nave fantasma” per dell’assenza di api morte negli alveari vuoti. Gli scienziati usa hanno trovato 121 diversi pesticidi nei campioni di api, cera e miele, alimentando l’ipotesi che i pesticidi siano una delle cause più importanti della sindrome.

“Riteniamo che ci sia una delicata interazione tra alimentazione, esposizione ai pesticidi e altri fattori di stress alla base della strage di api” dice Jeffery Pettis, del laboratorio di ricerca dell’ars. Secondo una ricerca globale sulla scomparsa delle api pubblicata la scorsa settimana dall’organizzazione mondiale per la salute animale non c’è una singola causa della moria, ma l'”uso irresponsabile” dei pesticidi può danneggiare la salute delle api e renderle più suscettibili alle malattie.

Il direttore generale dell’organizzazione Bernard Vallat lancia l’allarme: “le api contribuiscono alla sicurezza alimentare e la loro estinzione rappresenterebbe un terribile disastro biologico”.

Dave Hackenberg di hackenberg apiaries, l’apicoltore della pennsylvania che nel 2006 lanciò per primo l’allarme sulla sindrome, dice che lo scorso anno è stato il peggiore: tra maggio 2009 e aprile 2010 è rimasto vuoto il 62% dei suoi 2.600 Alveari.

“Sta peggiorando. I dati ufficiali non danno il quadro completo, perchè misurano solo le perdite nel corso dell’inverno, ma d’estate le api sono esposte a un sacco di pesticidi. Gli agricoltori li mescolano e nessuno ha idea di quali effetti possano avere”.

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