ROMA, 8 OTT – La tariffa sui rifiuti, la Tares, dovrà essere calcolata in base al reddito delle famiglie e alla quantità di spazzatura che le famiglie producono ogni anno, lo prevedono emendamenti presentati da
e Movimento 5 Stelle al decreto legge sull’Imu, ora in discussione dalle Commissioni Finanze e Bilancio della Camera.
”La Tares dovrà tenere conto della capacità contributiva delle famiglie, anche attraverso l’Isee”, nonché della ”quantificazione dei rifiuti”, ha riferito uno dei relatori al decreto legge, Marco Causi del Pd.
Tra gli emendamenti approvati dalle commissioni Bilancio e Finanze, c’è anche una proposta a firma del M5S che punta a incentivare le operazioni di riciclaggio dei rifiuti.
Inoltre, una serie di emendamenti a firma di Scelta Civica, Pd, Pdl e Sel prevedono che i Comuni potranno introdurre agevolazioni e esenzioni sulla Tares.
“La relativa copertura – comunicano i relatori del decreto nelle Commissioni – può essere disposta attraverso la ripartizione dell’onere sull’intera platea dei contribuenti, ovvero attraverso autorizzazioni di spesa che non possono eccedere il limite del 7% del costo complessivo del servizio”.
Altre novità: “Stop alla duplicazione dei costi della Tares a carico delle imprese” e “Niente sanzioni per i cittadini che abbiano dovuto calcolare da soli la tariffa Tares“, lo prevedono due emendamenti approvati, entrambi firmati da Angelo Rughetti del Pd.
“Non si applicano le sanzioni previste per insufficiente versamento commesse dal contribuente nel pagamento 2013 se il Comune non abbia provveduto all’invio ai contribuenti dei modelli di pagamento precompilato a seguito dell’applicazione delle disposizioni regolamentari e tariffarie di cui ai commi precedenti”.
Gian Luigi Gigli e Mario Sberna di Scelta Civica spiegano il loro emendamento per adeguare la Tares al reddito e alla quantità di rifiuti prodotta:
”Esprimiamo soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento che modifica l’art. 5 in materia di Tares per l’anno in corso, invitando i Comuni ad introdurre riduzioni ed esenzioni a favore delle famiglie in funzione dell’Isee. Ciò significa che non si dovrà guardare solo ai metri quadrati e a quante persone abitano una casa, ma anche la loro capacità contributiva. Vero è che l’Isee attuale non è ancora favorevole a chi cresce più figli, ma – sottolineano Sberna e Gigli – l’emendamento introduce comunque un’attenzione particolare che nel testo originale non c’era. Infatti, mettendo sullo stesso piano chi è ricco e chi non lo è, com’è scritto nel decreto originale, si replicava ancora una volta quella gravissima ingiustizia che fa “parti eguali fra diseguali”. Oggi pomeriggio continueremo con l’esame degli emendamenti: difenderemo coi denti quelli presentati a favore delle famiglie con più figli per i fondi a sostegno delle politiche abitative”.