Termovalorizzatore a Roma: Gualtieri rompe il tabù per uscire da emergenza, contrari Verdi e M5s

Un termovalorizzatore per Roma: lo ha annunciato il sindaco Roberto Gualtieri, rompendo anche un tabù, per risolvere una volta per tutte la questione rifiuti nella Capitale e chiudere Rocca Cencia.

Attualmente Roma dispone di appena tre impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) ed utilizza il termovalorizzatore di San Vittore nel Lazio, di proprietà di Acea, per il resto conferisce scarti di lavorazione in diversi impianti sparsi per l’Italia.

Un ciclo insomma non autosufficiente che ad ogni criticità in un solo degli impianti fa scattare l’emergenza, come accade regolarmente da anni.

Ora il sindaco parla di costruire un termovalorizzatore di proprietà pubblica da 600 mila tonnellate annue. “Con l’obiettivo ambizioso di zero discariche a Roma “, ha detto Gualtieri all’Assemblea capitolina straordinaria sulla gestione rifiuti e il piano industriale di Ama. E quindi di “chiudere il Tmb di Rocca Cencia e di abbattere del 90% l’attuale fabbisogno di discariche. Un tipo di impianto che avrà un impatto ambientale sostanzialmente nullo”, promette. Sul modello Copenaghen.

Termovalorizzatore a Roma, si ma dove?

La localizzazione è ancora da definire, fonti ipotizzano nella zona di Santa Palomba, estrema periferia Sud, già interessata da progetti per un Tmb. Gualtieri comunque non conferma: “Non si parte dal terreno ma da cosa si vuole fare”, dice.

Da mettere a punto anche l’assetto societario, Gualtieri punta ad un impianto di proprietà pubblica che realizzando introiti dalla produzione di energia consenta di ridurre la Tari del 20%. Potrebbero essere coinvolte nel progetto Acea ed Ama.

Mentre per accelerare sui tempi non è escluso il ricorso ai poteri commissariali di cui il sindaco dispone come commissario per il Giubileo del 2025.

Termovalorizzatore a Roma entro il Giubileo

Gualtieri ha già un obiettivo: realizzare il termovalorizzatore entro la consiliatura, possibilmente prima del Giubileo del 2025. Tempistiche non semplici da rispettare anche perché il piano regionale dei rifiuti, attualmente in vigore, chiede a Roma di essere autosufficiente e di dotarsi di impianti adeguati per chiudere il ciclo ma non prevede i termovalorizzatori.

Gualtieri però va avanti e spiega: “Stiamo lavorando con governo e Regione Lazio per permettere di chiudere il ciclo dei rifiuti, per ricorrere anche a procedure straordinarie, superando il vincolo posto dal piano regionale. Questo vincolo, va sottolineato, era frutto degli errori della precedente giunta capitolina, che ha trasmesso dati non reali e condizionato quindi le scelte”.

Termovalorizzatore, i vantaggi

Il sindaco insiste sui benefici che porterà alla cittadinanza: “Il nuovo impianto e l’insieme del nostro piano determineranno una riduzione delle emissioni di ben il 44%, con un -15% per le emissioni su attività di trasporto, -18% sull’impiantistica e -99% sulle emissioni da discarica. Sarà possibile produrre il fabbisogno di energia elettrica di 150.000 famiglie l’anno e risparmiare il gas utilizzato da 60.000 famiglie l’anno”.

Non solo, la completa chiusura del ciclo dei rifiuti abbatterà i costi e consentirà di “ridurre la Tari di almeno il 20% e di potenziare in misura significativa le attività di raccolta e di pulizia della città”.

Termovalorizzatore a Roma, chi è a favore e chi è contro

Anche le opposizioni plaudono alla scelta di Gualtieri: dalla Lega di Salvini, al leader di Azione Calenda, al gruppo dei renziani in Campidoglio.

Tuonano invece contro il sindaco i Verdi, Legambiente e il Movimento 5 Stelle. La pentastellata Roberta Lombardi, assessora alla Transizione Ecologica della Regione Lazio, boccia l’idea: “Non è fattibile”.

ll presidente della Regione Nicola Zingaretti loda invece il sindaco: “Gualtieri ha avuto il coraggio e il merito di dire la verità: Roma deve essere autosufficiente in tempi brevi o rimarrà sotto i rifiuti per sempre. Rischia di essere sommersa anche in occasione del Giubileo”. 

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