Turbine eoliche a “doppio taglio”: salvezza per l’ambiente, rischio estinzione per i pipistrelli

L’eolico rappresenta un importante risorsa energetica a tutela dell’ambiente, un’energia pulita e rinnovabile che promette scenari di salvezza per il pianeta, i cui livelli di inquinamento rappresentano per tutti una preoccupazione. I pipistrelli, o chirotteri, sono dei mammiferi notturni che durante l’inverno vanno in letargo, ma che l’estate si risvegliano e cibandosi di zanzare ci aiutano a liberarci dai fastidiosi insetti, ma soprattutto sono dei mammiferi a rischio di estinzione, a causa della distruzione dei loro habitat.

Come sono collegati una risorsa di energia rinnovabile e l’estinzione imminente dei piccoli mammiferi? Secondo uno studio pubblicato a ottobre dallo European Journal of Wildlife Research e condotto da Chloe Long, dottoranda in bioacustica all’università di Loughborough in Inghilterra, il colore delle turbine a vento degli impianti eolici attira gli insetti, che a loro volta attirano i pipistrelli in una ‘trappola’ che ne mette a rischio la conservazione.

Studiando la ecolocalizzazione dei pipistrelli attorno alle turbine eoliche la Long ha osservato che “gli insetti si trovano prevalentemente in aeree con turbine aventi base a terra. La prima cosa che mi venne in mente fu la possibilità che il colore delle turbine in qualche modo potesse influenzare l’attività degli insetti nell’intorno”, ha spiegato.

Pianificare la ricerca per comprendere il modo in cui il colore delle turbine influisce sulla morte dei mammiferi non è stato facile, poiché i gestori degli impianti eolici sono restii ad affrontare modificazioni delle turbine, le quali sono state progettate e realizzate seguendo protocolli e programmi operativi approvati da regolamenti governativi nazionali e locali.

L’esperimento è stato dunque realizzato creando 10 cartoncini rettangolari laminati, aventi i lati pari a 20 per 30 centimetri, di colori differenti e scelti tra i più comuni utilizzati per usi esterni dalla scala di colore RAL, ed un ulteriore cartoncino trasparente come controllo. Tra i colori scelti sono stati usati il “bianco puro” ed il “grigio chiaro”, colori usati per le turbine, e altri che vanno dal “nero profondo” al “giallo traffico”.

I cartoncini realizzati sono stati posti su una griglia alla base di una turbina grigio chiaro a tre pale e alta 13 metri, situata in un parco pubblico, quindi facilmente accessibile, oltre che un sito considerato ad “alta presenza di uccelli locali e di attività di pipistrelli”. La long ha spiegato che la scelta del sito è dipesa dal fatto che “è esattamente il tipo di luogo dove si troveresti insetti se fossero nei pressi di una turbina”, ma anche dalla difficoltà di accedere ad altre turbine situate in impianti privati.

In tre anni l’esperimento ha raccolto 2.012 osservazioni, effettuate dal mese di giugno a quello di ottobre (nei mesi restanti i pipistrelli sono in letargo), distribuite in 59 sessioni da 10 minuti ciascuna. Disposti i cartoni nella griglia i ricercatori hanno effettuato osservazioni di 10 minuti ciascuna per ogni colore differente e percorrendo in senso antiorario la griglia hanno contato il numero di insetti depositati sul cartone e in un intorno di 10 centimetri.

Successivamente i cartoncini sono stati ripuliti e ridisposti in maniera casuale nella griglia e le osservazioni sono state ripetute. Il risultato? Il giallo è il colore che più attrae gli insetti, fatto non sorprendente se pensiamo che è uno dei colori prevalenti in un fiore, ma gli altri due colori risultati più “attraenti” sono risultati essere il bianco ed il grigio chiaro, proprio i colori delle turbine eoliche.

“Non ci aspettavamo che il risultato fosse proprio questo”, ha affermato la Long, che oltre a confermare la sua teoria ha scoperto che per gli insetti i colori meno attraenti sono quelli che riflettono le radiazioni infrarosse o ultraviolette, infatti il cartoncino dipinto di viola ha contato il minor numero di insetti rispetto agli altri 10.

La ricerca ha ovviamente sollevato dei dubbi sulla sua validità, dubbi che Edward Arnett, uno scienziato della Bat Conservation International ( Conservazione Internazionale dei pipistrelli), ha esposto: “Devo ancora vedere prove convincenti che gli insetti sono in qualche modo attratti dagli impianti o dalle turbine stesse”, sottolineando come quelle della Long siano, e rimangano, ipotesi.

I dubbi dello scienziato, che nel 2003 fondò la Bats and Wind Energy Cooperative, gruppo di ricerca dedicato allo studio di soluzioni per minimizzare la morte dei piccolo mammiferi, vengono dall’impossibilità ad oggi di realizzare un esperimento che tenga conto di tutti i fattori in gioco vicino alle turbine e sulle abitudini dei pipistrelli. Già in uno studio del 2008 Arnett aveva evidenziato la correlazione tra l’attività di insetti e quella dei pipistrelli, e fu il primo a portare delle immagini termiche a prova della presenza di pipistrelli attorno alle turbine.

Ma Arnett ha sottolineato come la mortalità dei pipistrelli sia influenzata da molti fattori, tra cui le condizioni metereologi, e in particolare dal vento, che alle basse velocità risulta essere maggiormente letale. Meno di 6 metri al secondo sono un fattore di alta fatalità, dunque un esperimento che adduca prove certe dovrebbe tenere conto anche delle differenti condizioni di vento nel sito, senza contare che l’esperimento va condotto al crepuscolo o di notte, poiché i pipistrelli sono creature notturne, e questo comporta alti costi per gli equipaggiamenti di imaging necessari.

L’unica soluzione secondo la Long è quella di progettare un esperimento più realistico che includa l’utilizzo delle turbine in condizioni adeguate a simulare le situazioni a rischio. Intanto alcuni scienziati assieme ad alcuni consiglieri degli impianti eolici sembrano essere disponibili a verificare le ipotesi della ricerca. Ovviamente la Longh ha spiegato che sarà necessario effettuare ulteriori studi, infatti “non stiamo suggerendo alla gente di uscire e dipingere le turbine di viola – ed ha aggiunto – Va tenuto a mente che abbiamo testato solo 11 colori, quindi ci sono altri colori che dovranno essere testati prima di giungere alle conclusioni”.

Gestione cookie