Ungheria, stato d’emergenza per fanghi tossici. Il veleno rosso fa quattro vittime

Pubblicato il 5 Ottobre 2010 - 10:55 OLTRE 6 MESI FA

Stato di emergenza in tre comuni dell’ovest dell’Ungheria per una fuga di un derivato di alluminio nei pressi di Ajka, che ha causato la morte di almeno quattro persone, secondo quanto riferisce l’agenzia Mti. I feriti sarebbero almeno centoventi, di cui una ventina in condizioni gravi.

Secondo quanto è stato reso noto dalle autorità, la fuga della sostanza tossica è avvenuta in seguito alla rottura dell’argine di un contenitore all’aperto di uno stabilimento di lavorazione dell’alluminio.

Masse di allumina, un fango rosso derivato del prodotto, sono fuoriuscite la notte scorsa inondando due comuni vicino ad Ajka (Ungheria ovest). Il fango, altamente corrosivo, ha provocato la morte di diverse persone e una ventina di feriti di cui alcuni in modo gravi. Altre sette persone risultano scomparse, i feriti sono stati nel ricoverati in ospedale.

La protezione civile ha lavorato tutta la notte ed è tuttora impegnata a cercare di neutralizzare con gesso il fango alcalino. Il sottosegretario all’ambiente Zoltan Illes ha dichiarato lo stato di emergenza per un’area di circa 40 kmq. La popolazione interessata dalla misura è stata evacuata.

L’argine del deposito all’aperto che ha provocato la fuga di fanghi tossici si è rotto a causa delle piogge che hanno indebolito e fatto franare la base: lo ha fatto sapere in un comunicato la direzione dello stabilimento, la Mal S.A. La riparazione è in corso, ma secondo esperti, saranno necessari diversi giorni.

Continuano intanto l’opera di neutralizzazione del fango corrosivo, alcalino, contenente anche metalli pesanti. Il fango è un derivato della lavorazione dell’ allumina, da cui si ricava l’alluminio, di cui Ungheria è un grosso produttore.

Il sottosegretario all’ambiente ha anche annunciato l’apertura di un’inchiesta per chiarire le eventuali responsabilità nel disastro di Ajka . Tutte le spese di riparazione e risarcimento saranno a carico dell’azienda, proprietaria del deposito. Sul luogo del disastro sono giunti il ministro dell’interno Sandor Pinter, il capo della protezione civile Gyoergy Bakondi e il sottosegretario dell’ambiente Illes.