Verso vertice Copenhagen: i gas serra aumenteranno

climaAltro che impegno mondiale per diminuire le emissioni da qui al 2020. A pochi giorni dalla conferenza climatica di Copenhagen meglio mettere le cose in chiaro. Se le intenzioni fin qui dichiarate dai vari Paesi rimarranno le stesse, le emissioni non diminuiranno, anzi, cresceranno rispetto al livello del 1990, fissati come riferimento dal Protocollo di Kyoto. Stando ai dati di quell’anno, finora le emissioni sono aumentate del 44%. Ma la situazione potrebbe peggiorare perchè è vero che sono arrivati segnali positivi dai maggiori inquinatori del mondo, come Stati Uniti, Cina e India ma è vero anche che, soprattutto i Paese in via di sviluppo, non potranno permettersi di abbassare le emissioni al di sotto del livello del’90 e, quindi, queste sì potranno rallentare ma cresceranno comunque in maniera esponenziale.

Le imissioni non diminuiranno, quindi, non si abbasserà la temperatura della Terra e continuerà anche la sostanziale divaricazione fra un’ Europa che punta a riduzioni effettive e vincolanti, sotto i livelli del 1990, nello spirito del Protocollo, e il resto del mondo che, per ora, non vuole o non può rinunciare alla crescita delle emissioni, offrendo solo un rallentamento di esse, basato su azioni volontarie piuttosto che imposte.

La Cina, ad esempio, si sta impegnando a quasi dimezzare la crescita delle sue emissioni, che altrimenti schizzerebbero all’80%. Ma pur sempre di crescita si tratterà, e niente affatto di tagli sotto i livelli del 1990. Un discorso analogo vale per il 25% dei tagli sull’intensità di carbonio preannunciato dall’India che, fatti i debiti conti, corrisponderà solo a un rallentamento della crescita delle emissioni di gas serra di questo Paese, le quali aumenteranno comunque di circa il 60%.

E l’Italia? Secondo l’ Energy [R]evolution Italia preparato da Greenpeace con il supporto tecnico dell’Istituto di Termodinamica del Centro Aerospaziale Tedesco il nostro Paese può riuscire a raggiungere l’obiettivo indicato dai climatologi per evitare la catastrofe: tagliare le emissioni serra del 70% entro il 2050 rispetto ai livelli del 1990. E può farlo puntando con forza sulle energie rinnovabili e riducendo l’attuale domanda di energia di circa il 32% alo 2050.

Seguendo questa strada, secondo Greenpeace, entro il 2050 le rinnovabili arriveranno al 76% soprattutto per merito del solare, dell’eolico e delle biomasse prodotte in modo sostenibile. Buona parte del calore sarà ricavata usando collettori solari e geotermici. Nel settore dei trasporti le fonti rinnovabili supereranno quota 50% al 2050 grazie all’adozione su vasta scala di mezzi elettrici.

Secondo l’associazione ambientalista, l’Italia deve incoraggiare l’Unione europea a introdurre nuovi standard di efficienza obbligatori per tutte le apparecchiature che utilizzano energia e deve bandire a livello nazionale gli apparecchi più inefficienti, come ha già fatto con le lampadine a incandescenza. Tra le tecnologie da prendere in considerazione rientrano motori industriali a bassa efficienza, stand-by, scaldabagni elettrici, lavatrici, frigoriferi e televisioni ad alto consumo di energia. L’Italia, inoltre dovrebbe rendere effettivo l’obbligo della certificazione energetica degli edifici, come richiesto dalla legislazione europea.

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