La nube del vulcano islandese è costata 5 miliardi di dollari del Pil mondiale

La nube di ceneri vulcaniche proveniente dall’Islanda, che ha creato pesanti disagi al traffico aereo in Europa dalla metà di aprile, è costata circa cinque miliardi di dollari di Pil mondiale, secondo uno studio del centro di previsioni britannico Oxford Economics.

Secondo lo studio, commissionato dal costruttore europeo di aeromobili Airbus, “l’impatto sul Pil mondiale della prima settimana di disagi è stato approssimativamente di 4,7 miliardi di dollari”, pari a circa lo 0,4 per cento del Pil mondiale previsto.

Includendo le perturbazioni sporadiche successive si arriva a circa 5 miliardi di dollari, secondo lo studio, pubblicato in occasione della Conferenza mondiale del turismo in corso in questi giorni a Pechino. La cifra comprende i danni subiti dalle compagnie aeree, valutati in circa 2,2 miliardi di dollari per la prima settimana di perturbazioni.

Dal 15 al 21 aprile, il traffico aereo europeo ha subito un calo del 53 per cento rispetto alla settimana precedente, con una riduzione di circa 100.000 voli, segnala lo studio. Ma al di là dei settori aereo e turistico, la nube di ceneri ha avuto effetti indiretti su molti altri settori, frenando o paralizzando alcuni circuiti della grande distribuzione.

La regione maggiormente colpita è stata ovviamente l’Europa, con una perdita di Pil stimata in 2,6 miliardi di dollari, poco più della metà della cifra totale, secondo Oxford Economics.

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