Aborto: boom Ru486 nei primi sei mesi dell'anno

TORINO – Nel primo semestre del 2011 le pillole abortive Ru486 acquistate dagli ospedali italiani hanno gia' raggiunto il numero di quelle del 2010, oltre 4.500. Gli aborti con la Ru486 sono il 5% a livello nazionale e il 10% in Piemonte, mentre solo tre regioni non hanno ancora acquistato alcuna confezione, Basilicata, Marche e Umbria. I dati sono stati diffusi dal ginecologo torinese Silvio Viale, presidente di Radicali Italiani e responsabile del servizio di Interruzioni volontarie di gravidanza dell'Ospedale Sant'Anna di Torino.

''Come e' ormai consuetudine – osserva Viale che e' considerato il padre della Ru486 per le lotte sostenute perche' venisse introdotta e venduta in Italia – la Relazione Annuale sulla legge 194/78 viene consegnata al Parlamento con molto ritardo e durante le ferie. Quest'anno, poi, in modo quasi anonimo, nonostante il boom di Ru486, sul sito del ministero. Invano cercherete nella relazione i dati sulla Ru486 del 2010 o del monitoraggio trimestrale che il ministero ha messo in piedi e che ha gia' riguardato 5 trimestri''.

''Il dato sull'uso della Ru486 – sottolinea Viale – e' particolarmente importante se si considera il fatto che la si deve utilizzare entro le sette settimane perche' dimostra come non si tratti di un problema legislativo, ma di cattiva organizzazione. Infatti, secondo la relazione, il 40% deve aspettare almeno due settimane dopo avere ottenuto la certificazione e solo il 40% delle donne riesce ad ottenere l' aborto entro le 9 settimane''.

Alla luce dei dati diffusi dalla Relazione, Viale osserva, infine, che ''in Italia, ogni anno, solo una donna su 20, il 5% di quelle in eta' feconda, rimane incinta e di queste il 3,70 avra' un figlio, lo 0,8% una interruzione volontaria di gravidanza e lo 0,5% un aborto spontaneo''.

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