Agricoltura: nocciole italiane a rischio. L’Ue vuole aumentare le tossine presenti nella frutta secca

Il ministro per le Politiche agricole e alimentare Luca Zaia studia, insieme al ministero della Salute, la possibilità di un ricorso alla Corte di giustizia europea contro la decisone dell’Ue di aumentare la concentrazione di una tossina potenzialmente cancerogena nella frutta secca.

Un annuncio che segue i due colpi inferti negli ultimi giorni ai produttori di nocciole italiani, in particolare a quelli della provincia di Viterbo dove è concentrata la maggior parte della produzione nazionale. In un caso si tratta di un colpo sparato dalla Direzione generale Samco, acronimo di Structural assessment monitoring and control dell’Unione Europea, che ha aumentato da 07 a 1,5 la concentrazione di aflatossina B1 nella frutta a guscio commercializzabile in Europa.

Si tratta di una tossina potenzialmente cancerogena presente nelle nocciole, noci, mandorle, pistacchi e altri frutti a semi oleosi. La aflatossina è presente a basse dosi in Italia e in misura massiccia nelle mandorle Usa e in alcune specie di nocciole turche. Una decisione, quella dell’Ue, che oltre a mettere a rischio la salute dei consumatori finirà con il favorire le importazioni a basso prezzo della frutta a guscio dai mercati mondiali.

A sollecitare l’aumento della concentrazione consentita sono stati in primo luogo gli americani e i turchi. Il secondo colpo è arrivato dalla Turchia, dove è concentrato il 70% della produzione mondiale di nocciole, con la decisione del governo di concedere un aiuto di 700 euro l’ettaro ai nocciolicoltori locali. Una cifra in grado di coprire l’intero costo di conduzione.

Scopo dichiarato di Ankara è invadere i mercati internazionali con le sue nocciole attraverso un ulteriormente abbassamento dei prezzi. In Italia, la spesa di conduzione va dai 2.500 ai 3mila euro. Un costo elevato che comprime il reddito netto a 3.300-3.500 euro l’ettaro.

Il ministro per le politiche agricole e alimentari Luca Zaia, durante una pausa della riunione del consiglio dei ministri dell’agricoltura sul latte a Lussemburgo, ha annunciato che insieme al ministero della salute sta esaminando la possibilità di ricorrere alla Corte di giustizia europea per far valere il no dell’Italia sull’aumento della concentrazione di una tossina potenzialmente cancerogena.

“Continuiamo nella linea di coerenza in favore dei consumatori pesantemente penalizzati e dei produttori italiani che vedrebbero ancora una volta avanzare una concorrenza sleale” ha detto Zaia. Nella Camera di Commercio di Viterbo si è svolta una riunione del tavolo tecnico sulla nocciolicoltura, con tutte le organizzazioni agricole e le associazioni dei produttori, per mettere a punto la strategia da adottare per arginare la politica del governo turco.

“Sia chiaro – ha detto il presidente di Assofrutti Pompeo Mascagna – che noi non abbiamo nulla contro la Turchia che si sta adoperando per sostenere i suoi produttori. Quello che chiediamo sono provvedimenti a livello regionale, nazionale e comunitario in grado di salvaguardare il nostro lavoro”. E’ stato approvato un documento con il quale, “alla luce dei provvedimenti del governo turco”, si esprime “profonda preoccupazione per una eventuale prevedibile crisi del comparto e le ripercussioni che potrebbero portare all’abbandono delle superfici coltivate a nocciolo”. Infine, il documento chiede che “la Regione Lazio si faccia promotrice di una iniziativa nei confronti del ministero delle Politiche agricole anche con la convocazione di una Conferenza Stato-Regioni”. Le associazioni dei produttori potrebbero chiedere un aiuto analogo a quello del governo turco, che per l’Italia dovrebbe essere di 2.600-2.800 euro l’ettaro”.

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