Al Gaslini il dolore dei bambini si cura con la morfina

Si conclude quest’anno il progetto sperimentale dell’ospedale pediatrico di Genova che prevede l’utilizzo di analgesici come la morfina in pronto soccorso

Morfina a bambini e neonati ricoverati come terapia contro il dolore. L’ospedale pediatrico Gaslini di Genova lancia un nuovo progetto, coordinato dall’anestesista Laura Massone, che prevede, tra le altre cose, anche la morfina nel pronto soccorso. “Prevedere e controllare le eventuali complicanze e gli effetti collaterali”, e soprattutto, sottolinea Massone in un’intervista al Corriere della sera,  “superare i pregiudizi sempre presenti e pesanti nei confronti di un certo tipo di antidolorifici, soprattutto se somministrato ai bambini”.

Gli oppioidi sono entrati da tempo nelle sale operatorie, nelle terapie post-operatorie e oncologiche degli ospedali pediatrici ma l’approccio contro il dolore del Gaslini fa un passo in più.  “Fino a vent’anni fa – dice Massone- era diffusa l’opinione che il neonato non percepisse il dolore. E’ un’assurdità. Oggi si sa che è falso ma si fa fatica ancora ad accettare alcune conseguenze, come l’uso della morfina per una sorta di tabù”.

È un progetto sperimentale in essere al pronto soccorso dell’Istituto Gaslini, dove si registrano 40 mila accessi l’anno, di cui il 60 per cento per patalogie internistiche (febbri convulsioni tosse cefalee otalgie e via dicendo) e il restante 40 per cento per traumi e ustioni. La formazione degli infermieri prevede anche l’introduzione di schede e modelli di valutazione internazionale del dolore ma molto, va da sé, è affidato all’osservazione, all’attenzione degli operatori sanitari.  “Sedare il dolore – prosegue la coordinatrice del progetto – non è un di più, è una parte della cura”.

Quando si arriva a utilizzare la morfina, spiega Emanuela Picotti, responsabile del pronto soccorso, “ci troviamo davanti a emergenze gravi, sulle quali lavoriamo in équipe ed è normalmente presente un’anestesista e rianimatore”.  Complessa è anche la reazione dei genitori all’uso di analgesici come la morfina, ma, conclude Picotti, “con il confronto e l’informazione corretta si arriva sempre a un risultato condiviso”. Quando però da parte dei familiari si alza un muro, i medici hanno comunque la possibilità di ricorrere al Tribunale dei minori, se ritengono che la morfia sia necessaria ed essenziale per il paziente, in questo caso il giudice evoca la patria podestà e consente ai medici di procedere.

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