Alzheimer, stimolare il cervello dall'interno rallenta il decorso

ROMA, 25 NOV – La stimolazione profonda del cervello con impulsi elettrici indolori potrebbe aiutare contro l'Alzheimer, infatti nei test clinici sui primi sei pazienti ha mostrato la capacita' di ridurre il danno anatomico tipico di alcune regioni del cervello dei pazienti e di ridurre il declino delle funzioni cognitive tipico della malattia.

I primissimi test clinici sono stati condotti da Andres Lozano del Toronto Western Hospital in Canada e pubblicati sugli Annals of Neurology. Lozano ha annunciato l'intenzione di fare altri test arruolando 50 pazienti. Il magazine britannico New Scientist ha raccolto la presentazione dei risultati in occasione del convegno della societa' di neuroscienze tenutosi a Washington la scorsa settimana.

La stimolazione profonda, gia' in uso su pazienti con morbo di Parkinson, consiste nell'inserzione di un elettrodo in profondita' nel cervello che manda impulsi elettrici al cervello stesso, 130 impulsi alla volta. Gli esperti hanno impiantato lo stimolatore nel cervello di sei pazienti con Alzheimer e poi un anno dopo hanno osservato le loro condizioni di salute e lo stato di avanzamento della malattia.

La stimolazione funziona, infatti in tutti pazienti si e' riscontrato un considerevole aumento nell'uso del glucosio, la benzina del cervello, a dimostrazione che nell'area temporale, interessata dalla malattia, qualcosa ha ripreso parzialmente a funzionare. Poi in 2 dei sei pazienti addirittura il volume dell'ippocampo, sede della memoria, invece di ridursi e' aumentato dopo un anno di stimolazione profonda. E' probabile che questo approccio terapeutico funzioni aiutando i neuroni a riprodursi spontaneamente nelle aree danneggiate dalla demenza.

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