Articolo 18, dietrofront sui licenziamenti disciplinari

Tiziano Treu (LaPresse)

ROMA – Licenziamenti disciplinari, dietrofront. Il Senato cambierà la norma prevista dal testo del 5 aprile della riforma del lavoro che ampliava la discrezionalità del giudice nei reintegri per motivi disciplinari. A scriverlo è il Sole 24 Ore, lo stesso quotidiano che per primo, nelle pieghe del testo, aveva raccontato della modifica rispetto alla versione originaria della riforma Fornero.

A sparire sarà il riferimento alla “sanzione conservativa sulla base delle previsioni della legge” che tanto aveva allarmato Confindustria e imprese. Della cancellazione della norma, almeno, si dicono sicuri i due relatori, Tiziano Treu del Pd e Maurizio Castro del Pdl. Per loro la spiegazione è semplice: i reintegri “estesi” erano stati inseriti nella norma nel momento in cui si pensava che la riforma dovesse essere estesa anche ai dipendenti pubblici. Venuto meno l’oggetto, assicurano i due, sparirà la norma controversa.

“Probabilmente è il residuo di una parte precedente che può essere espunta” è il commento di Castro che, al contrario, vorrebbe aggiungere altre tipologie in cui è previsto il reintegro per restringere la discrezionalità dei giudici. Che, in ogni caso, almeno in parte resterà.

A meno di sorprese, quindi, si dovrebbe tornare alla versione precedente del testo, quella che prevedeva il reintegro per motivi disciplinari in tre casi specifici: il fatto contestato non sussiste, il lavoratore non lo ha commesso, il fatto rientra nelle condotte punibili con una funzione conservativa.

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