Bambini in ospedale: mancano i reparti pediatrici

ROMA – Tanto colore, anche sui macchinari, poter avere mamma e papà accanto in ogni momento, poter giocare e studiare ed essere assistiti da medici e infermieri specializzati e in grado di spiegare la situazione con un linguaggio adatto all'età: così dovrebbero essere le cure in ospedale per bambini e adolescenti.

Così non sono per molti di loro: il 30% di quelli fra 10 e 14 anni e l'87,8% tra i 14 e 18 anni non viene infatti ricoverato in reparti pediatrici.

Una situazione su cui la Società italiana di pediatria (Sip) ha deciso di richiamare l'attenzione dalle pagine della sua rivista e con un progetto. "Ci si è forse dimenticati che l'età pediatrica va da 0 a 18 anni – si chiede Paolo Siani, presidente dell'Associazione culturale pediatri – Il problema principale è rappresentato dal fatto che vengono assistiti da personale non adeguatamente formato per l'assistenza ai bambini e ancor meno agli adolescenti, che hanno caratteristiche del tutto peculiari".

Il ricovero in ospedale rappresenta infatti uno stravolgimento delle abitudini del bambino, perché "perde i suoi punti di riferimento, la stanza che lo accoglie è anonima – spiega – la deve condividere con altri bambini che non conosce, non ci sono i suoi giocattoli, interrompe le sue normali attività scolastiche, i ritmi della sua vita vengono stravolti, mangia cose diverse e in orari per lui del tutto inconsueti".

Per questo motivo la Sip, insieme alla Fondazione Abio (Associazione bambini in ospedale), ha creato un percorso di valutazione e certificazione al termine del quale gli ospedali potranno ottenere il bollino di 'Ospedale all'altezza dei bambinì.

La valutazione andrà fatta sulla base dei 10 punti della Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale, divisi in 4 aree: accoglienza e supporto; diritti di bambini, adolescenti e familiari; continuità delle cure e integrazione; specificità delle cure.

Finora 20 ospedali lombardi hanno manifestato la volontà di aderirvi. Nei prossimi mesi un gruppo di valutatori indipendenti esaminerà i reparti pediatrici che hanno scelto di aderire al percorso, e solo se riscontreranno un'effettiva aderenza ai punti della Carta daranno il bollino.

''I reparti pediatrici di molti ospedali sono troppo piccoli – rileva Alberto Ugazio, presidente Sip – e dopo i primi sei anni di vita i bambini vengono divisi in base alla specialità del reparto, come oculistica o gastroenterologia insieme ad edulti e anziani. Il che non è una cosa degna e può anche essere traumatizzante per loro''.

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