Batterio killer, il suo Dna è online

ROMA – E' pubblicato online il Dna del batterio killer. La sua sequenza genetica è stata completata ed è ora accessibile dal sito dell'Istituto di Genomica di Pechino (Bgi) che, in collaborazione con l'università tedesca di Amburgo-Eppendorf, ha ricostruito la mappa del patrimonio genetico del ceppo di Escherichia coli responsabile di oltre 1.600 casi in 12 Paesi.

Dall'analisi preliminare condotta finora, rileva il centro di ricerca cinese in una nota pubblicata sul suo sito, ''l'attuale infezione è causata da un ceppo di Escherichia coli completamente nuovo e molto tossico''. L'Istituto di Genomica di Pechino ha ricevuto dal centro tedesco la comunicazione che le terapie con gli antibiotici non erano efficaci contro il batterio. Immediatamente è nata la collaborazione, che grazie ai supercomputer specializzati nell'analisi del Dna ha permesso di ottenere in tre giorni la mappa genetica del batterio e di scoprire il meccanismo dell'infezione.

Le analisi, rileva il centro cinese, ''mostrano che questo Escherichia coli appartiene a un nuovo ceppo altamente infettivo e tossico''. Il ceppo è lo stesso dell' Escherichia coli enteroemorragico (Ehec) e la variante è classificata come 0104. Secondo gli esperti si tratta di ''un nuovo sierotipo, mai coinvolto in precedenza in nessuna epidemia provocata dall'Escherichia coli''. Il Dna di questo batterio è stato quindi confrontato con quello di altri microrganismi simili ed è emersa una forte somiglianza (pari al 93% del Dna) con la variante EAEC 55989 dell'Escherichia coli, isolata nella Repubblica Centrafricana e nota per provocare una forma molto grave di diarrea.

Aldilà di questa forte similitudine, il batterio ha tratti genetici comuni ai suoi simili responsabili della colite emorragica e della Sindrome Emolitico Uremica (Seu). Secondo gli esperti il batterio potrebbe avere acquisito i nuovi geni in seguito a ''passaggi orizzontali'', da un batterio all'altro. Nello stesso modo il batterio killer ha acquisito geni che determinano la resistenza agli antibiotici.

Il prossimo passo dei ricercatori sarà ricostruire l'identikit dei geni che rendono il batterio contagioso: conoscere i loro punti deboli permetterà di mettere a punto armi efficaci per combatterlo.

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