Batterio killer: 'Sintomi comuni, no psicosi'

– ROMA, 4 GIU – I sintomi che provoca il cosiddetto 'batterio killer' sono gli stessi di altre malattie molto comuni, e prima di preoccuparsi e precipitarsi al pronto soccorso e' meglio consultare il medico di famiglia e comunque valutarne la gravita'. Il consiglio viene da Giampiero Carosi, ordinario di malattie infettive all'Universita' di Brescia. ''Il batterio Escherichia Coli e' molto comune, e prima di pensare alla variante trovata in Germania, che e' particolarmente virulenta, e' meglio valutare bene la situazione. Di sicuro non bastano due scariche di diarrea per preoccuparsi – spiega l'esperto – i sintomi piu' frequenti sono appunto diarrea, nausea, vomito e senso di prostrazione. Se li si avverte particolarmente forti la prima cosa da fare e' consultare il medico di famiglia, e sara' lui a decidere se e' il caso eventualmente di andare in ospedale. Gli anziani, i bambini e le persone debilitate devono fare piu' attenzione''. In caso di sintomi, aggiunge l'infettivologo, anche l''anamnesi epidemiologica' puo' aiutare a capire di che tipo di batterio si tratta: ''L'Escherichia Coli e' responsabile della cosiddetta 'diarrea del viaggiatore', che colpisce il 50% delle persone che vanno in Africa – spiega Carosi – cosi' come di molte diarree estive. In questo caso l'unico fattore che si conosce, finche' non si scoprira' il veicolo del batterio, e' il soggiorno in Germania del Nord''. Anche negli acquisti di alimentari si rischia di esagerare con le precauzioni: ''In questo periodo la gente magari non compra piu' i cetrioli ma dimentica le principali norme igieniche – spiega Carlo Signorelli, ordinario di Igiene all'universita' di Parma – sono reazioni irrazionali che andrebbero evitate, abbiamo una vasta gamma di precedenti, dalla mucca pazza all'aviaria, di allarmi eccessivi. Purtroppo sul fronte dei sintomi non ci sono 'campanelli d'allarme' che indichino la presenza del batterio tedesco, a parte forse la diarrea emorragica, ma comunque non e' il caso di preoccuparsi troppo se appunto si seguono le normali misure di igiene''. .

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