Bene i primi test su pancreas artificiale 'made in Italy'

MILANO, 3 SET – Sono positivi i risultati dei primi test sull'uomo del pancreas artificiale 'made in Italy' frutto della collaborazione tra l'universita' di Pavia e quella di Padova.

Il sistema automatico, ideato da un gruppo di ingegneri e medici coordinati dal professore di bioingegneria Claudio Cobelli, e' stato sperimentato tra Italia, Francia e Stati Uniti su una trentina di pazienti ricoverati e affetti da diabete di tipo 1 (quello giovanile, scatenato dalla distruzione da parte del sistema immunitario delle cellule beta del pancreas che producono insulina). Dai dati raccolti e' emerso che il sistema e' in grado non solo di semplificare la vita al paziente, monitorando costantemente la glicemia e dosando in modo automatico la giusta insulina da infondere, ma anche di ridurre di ben cinque volte il rischio di pericolose crisi ipoglicemiche.

Questi risultati fanno ben sperare i ricercatori, che hanno presentato il loro pancreas artificiale a Milano in occasione del 18° congresso mondiale della Federazione Internazionale di Controlli Automatici (IFAC). ''Siamo riusciti a creare un sistema automatico che agisce in modo intelligente proprio come fa il nostro pancreas'', spiega Giuseppe De Nicolao, docente di automatica all'universita' di Pavia.'' Insieme al collega Lalo Magni, abbiamo sviluppato un controllore automatico che fa comunicare tra loro i sensori sottocutanei che misurano la glicemia e le pompe che infondono l'insulina. I test hanno dimostrato che l'uso di questo sistema riduce di cinque volte il numero di crisi ipoglicemiche rispetto alla terapia tradizionale in cui e' il paziente a determinare manualmente la dose di insulina'' – precisa De Nicolao – inoltre aumenta il tempo in cui i livelli della glicemia stanno all'interno dell'intervallo ideale''.

Lo sviluppo del pancreas artificiale rientra in una serie di grandi progetti di ricerca internazionali finanziati dall'Unione Europea, dai National Institutes of Health (NIH) statunitensi e dalla Juvenile Diabetes Research Foundation (JDRF). Nei prossimi mesi saranno effettuati nuovi test su altri 48 soggetti, ed entro il 2014 dovrebbe partire la sperimentazione al domicilio dei pazienti.

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