Ruby e Berlusconi, la De Gregorio attacca: “Donne oggetto”. E la pubblicità de L’Unità?

Pubblicato il 21 Gennaio 2011 - 13:20 OLTRE 6 MESI FA

Il direttore dell’Unità Concita De Gregorio, ospite di Annozero sullo scandalo Ruby, ha accusato Silvio Berlusconi di promuovere la mercificazione del corpo femminile, e ha definito “donne oggetto” le ragazze coinvolte nella vicenda. Eppure, ha ricordato Paolo Del Debbio su Il Giornale, quando diventò direttore dell’Unità, la De Gregorio permise che la pubblicità di lancio si il giornale raffigurasse una copia del giornale infilata nella tasca di pantaloncini femminili, col il sedere in bella evidenza.

Ecco cosa dice Del Debbio: “Perché il direttore dell’ Unità , tanto turbata dall’uso improprio del corpo della donna, non ha avuto questi scrupo­l­i quando ha rilanciato il suo giorna­le usando un fondoschiena in pri­mo piano come testimonial”.

Il processo mediatico della De Gregorio, ha ricordato Del Debbio, non si avvale di prove e non ricalca lo schema dell’iter giudiziario: “Provare che tutto quello che si racconta sia vero? Neanche per so­gno. L’indizio è la sentenza. Il fatto che Ruby abbia parlato in televisio­ne di fronte a un bel po’ di gente? Niente, tutto costruito. Il rispetto per la privacy laddove non ci siano reati penali comprovati? Macché, cialtronate”.

Alla Di Grego­rio , prosegue Del Debbio, “ce­rtamente non sfugge che que­sto modo di scrivere sentenze è pro­prio dei processi sommari dove si mette dentro tutto perché ciò che conta non è la verità ma la tesi che ha in testa chi scrive. Così si ragio­nava anche al tempo della caccia alle streghe. Sempre di donne si trattava. Se c’è qualcuno che ha sbagliato paghi ma che c’entrano le titolari di ministeri, che c’entra­no la Gelmini e la Carfagna, solo per fare due esempi? Che c’entra­no le «sue tv»? Cosa sono, scuole di avvio alla prostituzione? Dove, quando, come, chi? Nella furia sommaria tutto questo non conta. Il tritacarne non domanda e non ri­sponde, trita”.

Del Debbio ironizza immaginando un ipotetico movimento fondato dalla giornalista: “l’Eserci­to della salvezza per salvare lei e le altre ragazze che avrebbero frequentato il premier”.