MILANO – La velocita' a cui si cammina o la forza della stretta di mano possono essere un buon indicatore del rischio di sviluppare demenza, ictus o problemi cardiaci piu' in la' negli anni. Lo sostiene uno studio americano segnalato oggi dalla Bbc.
Secondo i ricercatori ci sarebbe un legame tra una camminata lenta e una cattiva salute, non solo in termini di problemi cardiaci, come gia' rilevato da uno studio del 2009, ma anche di rischio di malattie neurodegenerative. Se ne sono resi conti analizzando nel tempo le immagini del cervello di 2.140 persone, di circa 62 anni, registrando la velocita' del loro passo e la forza della loro stretta di mano. Cosi' hanno visto che 11 anni piu' tardi, 34 delle persone studiate avevano sviluppato demenza e 79 avevano avuto un ictus.
La conclusione e' che le persone di mezz'eta', che camminano piu' lentamente, hanno un rischio di demenza superiore di una volta e mezza, mentre chi stringe piu' forte la mano ha una probabilita' di ictus o attacco ischemico minore del 42%.
Gli scienziati hanno inoltre rilevato un legame tra passo lento, volume cerebrale minore, e peggiori risultati nei test di memoria, linguaggio e decisione, e un nesso tra una stretta di mano piu' forte, un maggior volume cerebrale e migliori risultati nei testi cognitivi.
''Ci sono dei test molto semplici – spiegano i ricercatori – che possono fare i neurologi o anche il medico di base per rilevare questo rischio. Serviranno comunque ulteriori studi di approfondimento''.