La carica dei malati immaginari: uno su tre si “cura” su internet

ROMA – Un dolore insistente al petto o magari al braccio sinistro, un disturbo che va avanti da giorni. Aprire il pc è la mossa successiva: i siti di medicina e salute, autorevoli o meno che siano, sono a centinaia e i consigli abbondano. Il malato si affanna a cercare risposte al disagio e i sintomi convergono su un’unica diagnosi: sono le premesse di un infarto. A quel punto il “malato” corre dal medico. Si siede e sciorina sintomi e diagnosi, convinto del suo sapere, e chiede nello specifico alcuni farmaci per curarsi. Al medico, secondo lui, solo il compito di compilare l’agognata ricetta.

Un caso limite forse, ma sono milioni in Italia i “malati immaginari” che nutrono le proprie ansie con internet e sempre più arrivano dal medico con la diagnosi e la prescrizione pronte. Le malattie più temute sono l’infarto, il cancro e, vista la recente cronaca, la tubercolosi. I dati li fornisce un’indagine condotta su un campione di 900 medici di famiglia della Fimmg-Lazio. Su un milione di pazienti il 35% arriva in studio con la diagnosi pronta. Più di uno su tre. Su scala nazionale si conterebbero 12 milioni di persone. Il 20% dice di accusare i sintomi della presunta patologia e quando va dal dottore ha già provato una cura “fai-da-te” trovata sul web.

“In cima alla lista delle malattie immaginarie indotte da overdose informativa su web e dintorni”, spiega Giampiero Pirro, uno dei medici che ha condotto l’indagine, “ci sono i disturbi cardiovascolari, come sospetti infarti o aneurismi, seguiti dal cancro, il diabete, i disturbi psichici e, dopo gli ultimi fatti di cronaca, la Tbc”.

Gestione cookie