Capelli bianchi, non è questione di stress ma di genetica

ROMA, 23 NOV – Lo stile di vita e lo stress non c'entrano. La vera responsabile dei capelli grigi delle donne è, prove alla mano, la genetica. Anche i prodotti chimici usati negli anni possono in qualche modo contribuire ma è ancora tutto da dimostrare. A sostenerlo è uno studio condotto da Unilever e pubblicato sulla rivista scientifica Plos One. I ricercatori hanno esaminato 264 coppie di gemelle, tra omozigote ed eterozigote: 102 di origine danese, di età compresa tra 59 e 81 anni, e 162 di provenienza inglese tra i 45 e i 75.

Dall'analisi dei dati è emerso che c'era molta poca differenza, praticamente nulla, nell'imbiancamento dei capelli delle gemelle identiche, che condividono gli stessi geni, mentre tra le gemelle eterozigote che hanno in comune solo il 50% dei geni, pari a quelli che hanno in comune due fratelli 'normali', lo studio ha messo in evidenza un diverso incanutimento nel corso degli anni. Una differenza non di poco conto, spiegano i ricercatori Unilever, che indica l'importanza dei fattori genetici, a prescindere dal tipo di vita e dal condizionamento ambientale o psicologico che subisce una persona. Gli studiosi ancora però non riescono a spiegarsi come mai il grigio si manifesti con sfumature diverse e se anche in questo caso contano i motivi genetici: c'è chi assume una tonalità cenere, altre che diventano subito bianche, oppure da una certa età in poi rimangono sempre 'sale e pepe'.

L'incanutimento dipende dal perossido di idrogeno, che sarebbe acqua ossigenata, prodotta dai follicoli piliferi che invecchiano. A scoprire il meccanismo sono stati i ricercatori di quattro università americane, inglesi e tedesche, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista della Società di biologia sperimentale (Faseb).

Tutte le cellule del cuoio capelluto producono una piccola quantità di perossido che con l'avanzare degli anni diventa più consistente; nello stesso tempo con l'età diminuisce la produzione di catalasi, che è l'enzima in grado di bloccare, quando si è giovani, il perossido. Anche una carenza di tiroxina, che si può verificare in tutti i momenti della vita, anche tra i venti e i trent'anni, favorisce l'imbiancamento, perché influisce sulla formazione della melanina. "Questa scoperta apre nuove finestre sulla prevenzione e sulle possibilità di inversione del processo di invecchiamento", ha detto Gerald Weissmann, biologo e direttore del Faseb Journal.

E in effetti, una volta conosciuto il meccanismo, è più semplice individuare trattamenti specifici che limitano l'accumulo di radicali liberi e di scorie molecolari che derivano dal cibo, ma anche dai lavaggi e dalle asciugature frequenti. Può essere molto utile anche assumere anti-ossidanti naturali. In particolare la L-mietonina, un amminoacido essenziale che potrebbe essere la cura per la decolorazione. La mietonina si trova già in alcuni integratori vitaminici e viene usata contro i capelli fragili. Gli alimenti che ne contengono di più sono i semi di sesamo, la soia, le noci, il pesce, gli spinaci e le patate, ma è presente anche nei latticini e nei loro derivati.

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