Casinò Italia

Fini, come tutti e da un pezzo ormai, equipara la politica al poker. O vinci o perdi, dalle carte che hai e/o che ti vengono e dalla scelta di strategia. Gli spettatori sono comunque fottuti da quella che scambiano per politica, ed è un “gioco”. Così diventa leggibile il discorso dell’ex fascista, ora liberale di destra e democratico anti-regime. È un giro di carte. Ed è in vantaggio lui, apparentemente, perché come nella guerra anglo-boera qui muore chi rimane con il cerino acceso, visibile nella notte dai cecchini, l’ultimo ad accendere, solitamente il più giovane (nel caso, eroticamente Berlusconi). 
Non valuto quindi la fenomenologia di un politico, ma di un pokerstar. E tralascio il cinismo o la “distrazione” con cui ha definito una “lapidazione alla musulmana” l’attacco per la casa di Montecarlo mentre il titolo successivo dei tg era su Sakineh e la sua vita. Il futuro? Nel marasma del tavolo da poker, giacché il Caimano comunque eccelle nell’arma “elettorale” mentre sbuffa nell’agonia di routine, nel Casinò Italia più probabile il voto anticipato.  

da Il Fatto Quotidiano, 7 settembre 2010

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