PECHINO – Il governo cinese ha ordinato oggi la chiusura di 50 ''microblog'', i siti che permettono al pubblico di comunicare con brevi messaggi sul modello di Twitter, che in Cina è vietato, accusati di diffondere la pornografia.
Si tratta del primo intervento dopo la decisione di Pechino di intervenire su questa forma di comunicazione libera, che in Cina viene usata da oltre 200 milioni di internauti. Secondo l'agenzia Nuova Cina l'ondata di chiusure è stata decisa a causa di ''violazioni che comprendono la diffusione di materiale pornografico, informazioni sulla prostituzione, oltre alla pubblicita'' a droghe e altri prodotti che riguardano il sesso''.
Nuova Cina aggiunge che le ''violazioni'' dei microblog sono state ''denunciate dal pubblico''. I microblog sono diventati negli ultimi anni il principale canale di espressione dell'opinione pubblica, in un Paese nel quale la stampa e la televisione sono strettamente controllate dallo Stato.
I microblog sono stati il veicolo di massicce proteste contro la corruzione e le ''prepotenze'' delle autorita''. La pesante censura alla quale viene sottoposta Internet è motivata ufficialmente dalla necessità di ''proteggere'' gli utenti della rete, in gran parte giovani, dalla pornografia. Oltre a Twitter, altri siti di comunicazione sociale come Facebook e Youtube sono inaccessibili dalla Cina. Nuova Cina afferma che ''le autorità continueranno a prendere misure per diffondere la pornografia e altro materiale volgare''.