Governo: pena di 5 anni per il reato di corruzione per funzione

Paola Severino (Lapresse)

ROMA – Nell’emendamento del governo al ddl anti-corruzione è contenuto l’aumento a cinque anni la pena massima del reato di corruzione per l’esercizio della funzione. Questa una delle novità contenute nel testo, depositato dal ministro della Giustizia Paola Severino alle Commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera riunite in maniera congiunta. Modifiche su cui i partiti saranno poi liberi di fare ulteriori cambiamenti. Le proposte “tengono conto del confronto di idee svoltosi nel corso degli incontri bilaterali”, ha annunciato la stessa Severino al termine dell’incontro di martedì mattina con i partiti della maggioranza: sul tavolo i tre grandi temi della corruzione, delle intercettazioni e della responsabilità civile dei magistrati.

“La scelta alla base della mia proposta, così come per gli altri due provvedimenti discussi in questi giorni, è stata – rileva il Guardasigilli – quella di costruire attraverso il dialogo l’ossatura portante dei tre interventi normativi, in modo da delineare una struttura dotata di coerenza e logica interna anche sotto il profilo della misura delle pene”. E conferma: sul ddl anti-corruzione “abbiamo rispettato la tempistica su cui c’eravamo impegnati con i presidente delle commissioni parlamentari”. Severino ha lodato il grande senso di responsabilità di tutte le parti. “Su tutti i tre temi sono state individuate soluzioni caratterizzate da una logica intrinseca ed equilibrata su cui si concentrerà il dibattito parlamentare, di contribuire alla stesura definitiva dei provvedimenti”, ha spiegato. E ha chiarito che “la contestualità nella discussione dei tre temi non è stata intesa da alcuna delle rappresentanze politiche presenti al tavolo come contemporaneità dell’iter parlamentare, che non dipende dal governo, ma dalle decisioni inerenti la calendarizzazione, su cui spetta alle forze politiche accordarsi”.

Dal Pdl sono giunti apprezzamenti per il metodo seguito dal ministro Severino, “che ha resistito alle sollecitazioni a decontestualizzare un argomento rispetto agli altri”, dice Enrico Costa, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera. Per quel che riguarda i tempi, dice ancora Costa, è evidente che i tre provvedimenti su corruzione, intercettazioni e responsabilità civile dei magistrati “seguiranno i calendari parlamentari. Ma noi non avevamo chiesto che il voto avvenisse per tutti lo stesso giorno”. Per quel che riguarda le intercettazioni, in particolare: “Il ministro ha detto che i tempi sono maturi per ricalendarizzare il testo”, dice il deputato del Pdl spiegando che si ripartirà dal ddl Bongiorno-Alfano fermo in aula alla Camera.

 

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