Cornee per tutto il mondo: Sri Lanka, lo Stato che “dona” la vista

COLOMBO, SRI LANKA – In un ospedale di una città della Sri Lanka, la perla dell’oceano Indiano, si sta svolgendo un’operazione. Adagiato sul tavolo, un contenitore di metallo custodisce un occhio marrone scuro, estratto da poche ore dall’orbita di un uomo che gli occhi li ha chiusi per sempre. Due pazienti ciechi aspettano di ritrovare, grazie a quell’occhio marrone scuro, il dono della vista. Sono Siriwardana, 63 anni, la cui cornea è stata danneggiata da un intervento chirurgico andato male e Premathilake, 32 anni, sfregiato da una sostanza acida sul luogo di lavoro e che ora, per poter rivedere, necessita la sclera, il bianco degli occhi.

E’ un piccolo miracolo della scienza, quello che si svolge in questa sala d’ospedale, un miracolo a cui siamo a volte poco sensibili a causa dalle capacità futuristiche della tecnica nei Paesi industrializzati. Ma il miracolo, come sempre in questi casi, non è solo quello della scienza, ma anche quello della generosità umana. Questo miracolo si ripete ogni giorno, con straordinaria frequenza, in Sri Lanka, terra benedetta dell’altruismo. Il «dono della vista» è diventato un simbolo di civiltà e di orgoglio per l’isola dell’Oceano Indiano.

Non soltanto il paese assicura tutti i trapianti interni, ma dona anche, a più di 57 Paesi sparsi in tutto il mondo, migliaia di cornee e tessuti oculari. Le lunghe attese per un trapianto di cornea tipiche degli Stati Uniti non esistono in Sri Lanka, dove gli abitanti donano i loro occhi tre volte di più che nel paese nordamericano. Le donazioni sono così tante che il governo ha fondato l’anno scorso una nuova banca degli occhi all’avanguardia, grazie a dei fondi di benefattori di Singapore.

Il desidero di aiutare trascende le barriere sociali ed economiche, accumuna i primi ministri ed i contadini delle immense piantagioni di tè. La generosità è in questi luoghi un principio di fede. Molti srilankesi, di cui il 67% sono di fede buddista, credono che donare gli occhi dopo la morte, concluda il “dana”, la generosità, una delle pratiche che, nel pensiero buddista, conducono l’uomo alla perfezione e lo aiutano a reincarnarsi in una vita migliore. Campagne per la donazione degli organi si svolgono così nei tempi buddisti, ma anche gente di altre fedi, come cristiani e indù, decide di offrire i propri organi. Molti dei futuri donatori, dopo aver attestato la loro volontà tramite un modulo ufficiale, appendono con orgoglio sui muri di casa il certificato che prova la loro decisione.

Il dono degli occhi è in Sri Lanka un atto sociale e religioso. Così, gli infermi sono guariti e i generosi magnificati mentre i vivi ed i morti sono uniti in una spirale di altruismo che non esiste forse in nessun altro paese.

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