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Editoria. Rischio chiusura per 90 testate, l’allarme della Fnsi

di luiss_smorgana |6 Ottobre 2010 18:03

Novanta testate, tra quotidiani e periodici, destinate a chiudere entro il 31 dicembre; 4-5mila tra giornalisti e poligrafici che rischiano di rimanere senza lavoro, più un danno incommensurabile al pluralismo dell’ informazione. E’ l”’allarme rosso, anzi rossissimo” lanciato questa mattina da FNSI, Mediacoop, Articolo 21 e Comitato per la libertà di informazione e per il pluralismo e rivolto principalmente al sottosegretario alla presidenza del consiglio Paolo Bonaiuti e al neo-ministro allo Sviluppo Economico Paolo Romani.

”L’informazione è sotto tiro da più parti – denuncia il segretario generale dell’FNSI Franco Siddi – Dietro la coperta del bilancio ci sono tagli assurdi, ingiustificati e ingiustificabili. Penso alle manovre in atto per le agenzie di stampa: con la riduzione delle loro convenzioni ad annuali, rischiano di finire in mano a chi ha il potere. Noi abbiamo un’agenzia di bandiera e si sta cercando di cancellarla con operazioni strane. Penso anche ai giornali storici ‘di idee’ e a quelli all’estero. Ci sono stati, è vero, fenomeni di non trasparenza tra chi ha ricevuto i contributi pubblici, ma questo non giustifica colpi di mano e disinteresse generale. Pulizia vogliamo farla anche noi, ma con regole certe”.

Sul tavolo delle richieste – spiegano in conferenza stampa – c’è il ddl di riforma del settore, promesso due anni fa e mai presentato; il ripristino del diritto soggettivo dei contributi all’editoria e delle tariffe postali agevolate; la conferma dei contributi per i giornali all’estero e per l’emittenza locale; e, sottolinea Grassucci, ”l’adeguamento del Fondo editoria, passato da 414 milioni del 2007 ai 195 di quest’anno (50 dei quali destinati al contratto di servizio Rai e 46 di arretrati alle Poste)”. Per riassestare il Fondo, suggerisce ancora il Presidente onorario di Mediacoop Lelio Grassucci si potrebbero ritrovare i 70 milioni ”svaniti nel nulla” del settore petrolieri ed equiparare l’Iva di tutti i gadgets venduti nelle edicole. ”Vorrei che qualcuno facesse i conti di quanto questa non erogazione di fondi costerà poi in termini di ammortizzatori sociali. Quei 4mila rischiano la disoccupazione nuda e cruda”, avvertono Massimo Cestaro (SLC) e il segretario dell’Asr, Paolo Butturini, mentre Fulvio Fammoni (CGIL) esorta a ”convocare noi gli Stati Generali dell’Editoria per avanzare direttamente le nostre proposte”. Bipartisan anche l’appello del mondo della politica al neo Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani e al sottosegretario all’informazione Paolo Bonaiuti: ”un tavolo di confronto subito” è la richiesta di Lusetti (Udc), Lusi (PD), Vita (PD), Lusi (PD), Mura (IDV).

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