Il web tira un sospiro di sollievo: salta l’emendamento Fava

Pubblicato il 1 Febbraio 2012 - 19:57 OLTRE 6 MESI FA

Giovanni Fava

ROMA – Il web può tirare, almeno per il momento, un sospiro di sollievo. Salta infatti dalla legge comunitaria la norma, battezzata “bavaglio al web”, o “emendamento Fava”, secondo la quale un qualunque soggetto interessato avrebbe potuto chiedere al provider la rimozione su internet di informazioni da lui considerate illecite o la disabilitazione dell’accesso alla medesima.

La norma, che era stata introdotta in commissione alla Camera su iniziativa della Lega, è stata cassata dall’Aula con l’approvazione di sei identici emendamenti soppressivi presentati da Pdl, Idv, Fli, Api, Pd e Udc. Gli emendamenti, che hanno cancellato l’intero articolo 18 del testo, sono passati con 365 voti a favore, 57 contrari e 14 astensioni.

L’emendamento del leghista Giovanni Fava ci avrebbe fatto ritrovare con una legislazione su internet molto più severa del Sopa (Stop piracy online act) che in America ha fatto tanto discutere e ha messo sul piede di guerra colossi del web come Google, Facebook e Yahoo!. Da noi già si parlava di minaccia per la libertà della Rete e di rischio censura.

Una qualunque denuncia, arrivata da un qualunque titolare di diritti d’autore, avrebbe potuto far chiudere un sito. Il pericolo censura quindi era dietro l’angolo perché i provider di servizi online, come Google, non possono essere messi nella posizione di giudicare se è giusto o sbagliato tenere aperto un sito colpito da denuncia. Il loro criterio infatti è il profitto, la convenienza economica, e di fronte alla minaccia di una o più cause legali non ci penserebbero due volte a oscurare chi gli dà problemi.

La pratica della delazione inoltre sarebbe indiscriminata e fonte di intasamento per i tribunali civili: una marea di denunce e di cancellazioni immotivate avrebbero dato il via a una pioggia di ricorsi da parte dei siti oscurati.