Fmi: “Pil italiano -1,9 nel 2012. Niente pareggio bilancio fino al 2017”

Pubblicato il 17 Aprile 2012 - 15:10 OLTRE 6 MESI FA
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Christine Lagarde-Fmi (Lapresse)

WASHINGTON – Per la ripresa dell’economia italiana bisognerà aspettare fino al 2013, ma niente conti in pari fino al 2017. Parola del Fondo monetario internazionale che rivisto al rialzo le stime sul Prodotto interno lordo del Paese, ma ha confermato la recessione per quest’anno: il pil si contrarrà dell’1,9% quest’anno e dello 0,3% nel 2013. Il Fmi ha così alzato le precedenti previsioni di gennaio rispettivamente di 0,2 e 0,3 punti percentuali aggiungendo però che l’Italia non raggiungerà il pareggio del bilancio almeno fino al 2017.

La ripresa economica inizierà, quindi, solo nel 2013 dopo una recessione più profonda rispetto a quella dell’area euro nel suo complesso, per la quale è comunque prevista una contrazione del pil nella prima metà del 2012. A preoccupare il vertici del Fondo monetario è il tasso di disoccupazione che in Italia si attesterà al 9,5% nel 2012 per salire fino al 9,7% l’anno prossimo restando, tuttavia, sotto la media dell’Eurozona al 10,9% quest’anno e al 10,8% il prossimo. La Spagna è il paese europeo con la disoccupazione più alta, al 24,2% nel 2012 e al 23,09% nel 2013: il pil di Madrid si contrarrà quest’anno dell’1,8%, mentre nel 2013 crescerà dello 0,1%.

Il Fondo Monetario ha quindi migliorato le stime della crescita mondiale per il 2012 e il 2013: il pil crescerà quest’anno del 3,5% e il prossimo del 4,1%, rispettivamente 0,2 e 0,1 punti percentuali in più rispetto alle previsioni di gennaio. La ripresa partirà prima dagli Stati Uniti e solo dopo riguarderà l’Eurozona. L’economia americana crescerà quest’anno del 2,1% per poi accelerare nel 2013 al +2,4%, mentre quest’anno il Vecchio continente arretrerà dello 0,3%, prima di crescere dello 0,9% nel 2013. L’economia tedesca crescerà quest’anno dello 0,6% e nel 2013 dell’1,5%, quella francese dello 0,5% e dell’1%.

Insomma, secondo il Fmi le prospettive per l’economia mondiale si stanno gradualmente rafforzando, “ma i recenti miglioramenti sono fragili e i rischi al ribasso elevati”. A cominciare dai dubbi sulla tenuta dell’Europa e sul petrolio, con le tensioni geopolitiche che hanno effetto sul mercato e potrebbero causare, in caso di distruzioni alla produzione in Iran, un balzo dei prezzi. “Le condizioni del mercato del lavoro resteranno molto difficili in diverse economie avanzate”, mette in evidenza il Fmi, secondo il quale fra gli altri rischi che potrebbero pesare sull’economia ci sono le pressioni disinflazionistiche. “Nel breve termine il rischio maggiore è il reintensificarsi” dell’interazione negativa fra la qualità degli asset delle banche e il rischio sovrano”.

Come a diche che c’è ancora un rischio “sostanziale” di un nuovo o prolungato periodo di recessione per varie economie avanzate. Secondo il global projection model, il modello usato dall’Fmi, “la probabilità di una contrazione del pil nel 2012 è del 55% circa nell’Eurozona, del 15% negli Stati Uniti, del 14% in Giappone e del 3% in America Latina”. Inoltre lo stesso modello suggerisce che nel quarto trimestre del 2013 “la probabilità di un calo dei prezzi al consumo è superiore al 25% nell’Eurozona e sopra il 35% in Giappone, ma solo del 10% negli Stati Uniti”.