Francia 2012. Marine Le Pen: “Sono l’unica candidata per la nazione”

PARIGI – ''Il solo voto che conta in queste elezioni, per il futuro della Francia, e' il voto per Marine Le Pen. Sono io l'unica candidata della nazione''. La leader dell'ultradestra vuole convincere a votare per lei il popolo degli indecisi, degli invisibili dei sondaggi. ''Sono io l'eccezione francese di questa campagna''.

A cinque giorni dal primo turno, e' il suo ultimo meeting prima del voto. Nella sala di concerti Zenith di Parigi ci sono questa sera almeno 6.000 persone. Anche il padre e presidente onorario del FN, Jean-Marie Le Pen con la moglie Jany.

Dietro di lei, uno sfondo blu, i fuochi d'artificio sulla Tour Eiffel e uno slogan: Marine Le Pen, si', la Francia. Il popolo dell'ultradestra sventola tricolori e grida ''Marine presidente''. Ripete e ripete il suo nome. Fuori ci sono i fan che non sono riusciti a entrare e che la guardano sul grande schermo ma a poca distanza anche le proteste dei ragazzi della sinistra, quelli che votano per il Front de gauche di Jean-Luc Melenchon e che vengono guardati a vista dalla polizia.

E' il meeting della verita' per Marine Le Pen. Per l'ultimo della sua campagna elettorale lascia aspettare i suoi fan, arrivando con una ventina di minuti di ritardo perche' e' ''rimasta bloccata nel traffico'', dice.

Questa sera Marine Le Pen vuole conquistare quanti – e sono numerosi, nelle classi medie e popolari soprattutto – restano fuori dai sondaggi e non si riconoscono in nessun candidato. Vuole conquistare i giovani che, stando ad un recente sondaggio, la preferiscono a tutti gli altri candidati. Vuole essere la sorpresa di queste elezioni raccogliendo piu del 20%.

Sul palco Marine la bionda, vestita tutta di nero, e' una leonessa aggressiva. Stasera si gioca il tutto per tutto. Passa in rassegna tutti i temi cari al Fronte Nazionale: la priorita' dei francesi nell'assegnazione dei posti di lavoro e nei sussidi sociali, l'identita' nazionale, il ricorso sistematico al referendum popolare, l'indipendenza economica e monetaria della Francia, lo stop all'immigrazione perche' ''l'immigrazione massiccia – dice – e' sinonimo di disoccupazione e insicurezza''.

Il nemico numero uno del FN e' il presidente Nicolas Sarkozy: ''non potra' sfuggire al suo bilancio da incubo''. Per lei ha gia' perso: ''Il voto per Sarkozy e' un voto inutile – dice – un voto perso, proprio come lui''. Attacca l'Unione Europea che, preparandosi a introdurre un salario unico europeo diverso per professione e misure per facilitare la circolazione dei lavoratori, si appresta a votare una legge ''della giungla economica''.

Se la prende con Francois Hollande e Jean-Luc Melenchon, con gli economisti ''arroganti'' e i sondaggisti che pensano che ''le elezioni siano gia' fatte''. Per Marine Le Pen si avvicina il momento di fare il bilancio di quest'ultimo anno e mezzo. Nel gennaio 2011 ha ripreso le redini del partito paterno al quale si e' impegnata a dare un nuovo volto e un nuovo nome, ripulendolo degli eccessi razzisti e xenofobi del padre. Il voto di domenica dira' se ha avuto ragione.

Se dovesse raccogliere meno del 15% per Marine Le Pen sarebbe una sconfitta. Il paragone con il padre sarebbe inevitabile. Quattro volte candidato alle presidenziali, Jean-Marie Le Pen ha raccolto fino al 16,86% dei consensi nel 2002 passando il primo turno e finendo al ballottaggio con Jacques Chirac.

L'ultimo sondaggio da' a Marine Le Pen nuove speranze, 17% delle intenzioni di voto. Lo scarto troppo elevato in tutti i sondaggi con Francois Hollande e Nicolas Sarkozy sembra precluderle la strada del ballottaggio, ma strappare il terzo posto al candidato dell'ultrasinistra Melenchon potrebbe essere un risultato da non disprezzare, anche in vista delle legislative di giugno.

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