Per Letta gli angeli siano modello ai giornalisti. Berlusconi aspetta il suo: “Sono in pace”

Pubblicato il 24 Aprile 2010 - 12:37| Aggiornato il 25 Aprile 2010 OLTRE 6 MESI FA

Gianni Letta, ufficialmente sottosegretario alla Presidenza del Consiglio ma nella realtà vero primo ministro italiano, ha scoperto gli angeli e li ha invocati come modello per i giornalisti, forte della sua pluridecennale esperienza giornalistica, culminata nella direzione del quotidiano il Tempo di Roma. A leggere bene il resoconto delle agenzie, appare chiaro che Letta aveva in testa un modello ben preciso se stesso.

Gianni Letta

Poi al giornalismo ha alzato lo sguardo al cupolone di San Pietro e ha pensato al Papa e lì gli è un po’ scappata la mano. Ha detto Letta che Papa Benedetto XVI “merita certamente tutto il nostro affetto e sostegno”, perché è “una figura emblematica di angelo moderno”. E ha aggiunto che, tra le figure angeliche, “nella sua umanità limpida e delicata, il Santo Padre Benedetto XVI. Merita certamente tutto il nostro affetto e sostegno nel suo compito di condurre alla santità i discepoli del Vangelo. Senza uomini come lui e senza la presenza, il servizio e la parola della Chiesa saremmo tutti più poveri”.

L’occasione per tante visioni angeliche è stata l’inaugurazione della mostra “Angeli. Volti dell’invisibile”, a Illegio di Tolmezzo (Udine).

Ha detto Letta: “Dalla mostra di Illegio parte una provocazione felicissima ed elegante: saper dire la nostra parola e saper raccontare le indispensabili notizie con la grazia degli angeli. Gli angeli non mettono in mostra sé stessi, non alterano mai la parola ricevuta in consegna, non mettono a disagio il proprio interlocutore quand’anche ci sia da rivolgergli un invito alla conversione, un appunto doloroso, un presagio di sventura”. Chi conosce Letta dice che questo corrisponde esattamente al suo tratto umano.

Ha proseguito: “Un galateo angelico della comunicazione  è più prezioso di un’eccellente abilità tecnica nell’usare i mezzi della comunicazione. Sappiamo che una parola detta o scritta può far vivere e può far morire. Spesso è senza rimedio. Ci sia concessa allora come uomini di governo, come servitori dello Stato e del bene dei cittadini, come giornalisti e predicatori  la sapienza di un dire che anteponga sempre la dignità della persona umana alle esigenze della dialettica, della persuasione o dell’audience”.

Secondo Letta, dagli angeli di Dio apprendiamo sempre più l’arte indispensabile di dare soprattutto buone notizie, “in un tempo nel quale  sembra quasi che ci si debba ossessivamente tenere aggiornati sulle molteplici manifestazioni della mediocrità umana, che purtroppo c’è, e che in taluni casi va smascherata platealmente, ma che non può diventare un fattore di continua tristezza e demoralizzazione. Ogni giorno ci sono tanti fatti positivi, tanta gente decorosa, onesta, eroica, limpida tanti motivi di speranza e di orgoglio, di audacia e di ottimismo. Dobbiamo proporci di aver raccontato nel corso della nostra vita  più notizie di speranza di quanto siano state le notizie di tristezza che purtroppo abbiamo dovuto trasmettere”.

A una domanda sulle turbolenze politiche della capitale, Letta ha risposto con una battuta: “Bisogna venire in questo angolo di paradiso per incontrare gli angeli. Di questi giorni e di questi tempi vivevano un po’ nascosti: qui li abbiamo ritrovati. Essi sono un invito a tutti ad abbassare i toni e a vivere in maniera armonica e a riconciliarsi con sé stessi e con gli altri. Ognuno di noi ha un angelo, anche se il curatore della mostra ci ha spiegato che ci sono anche i demoni tentatori. Ma poi gli angeli vincono”.

Letta ha parlato di angeli e Berlusconi ha risposto, entrando in tema. Non ha avuto il coraggio di paragonarsi all’arcangelo Gabriele, come c’era da aspettarsi, né al Papa e nemmeno allo stesso Letta. Si è limitato questa volta a evocare l’angelo della morte e il suo appuntamento, la cui data sfugge anche alla sua tanto magnificata segretaria, con Berlusconi, cui, dice lui, si presenterà in stato di perfezione.

Ha detto infatti Berlusconi: “Io sono ad una età in cui o si è in pace con se stessi o non lo si è. Io sono assolutamente in pace, non ho rimpianti o rimorsi, non ho mai fatto del male ad alcuno, cerco di fare il bene di tutti e quando vado a letto la sera e mi guardo allo specchio dico che se l’angelo della morte arriva sono con la coscienza pulita”.