Bocca, la compagna Silvana Giacomoni conferma le nozze segrete in chiesa

Giorgio Bocca

ROMA – “Credo più al Vangelo che non alla Costituzione”: lo diceva Giorgio Bocca lo scorso aprile, in un’intervista a Lettera 43. E l’anima più religiosa che atea del giornalista viene fuori anche dalle parole della moglie Silvia Giacomoni, interpellata dal Giornale.

La domanda fatta alla Giacomoni è su una notizia che circola insistente: la voce secondo cui lei e Bocca si sarebbero sposati in chiesa poche settimane prima di quel 25 dicembre 2011 in cui il ruvido cronista è morto.

“Mi sento un po’ confusa. Ho difficoltà a parlare di un argomento tanto delicato con un giornale che non lo è. Bocca mi ha insegnato che ai colleghi si risponde sempre. Ma non mi metto a raccontare che l’ho accompagnato all’altare. Però se tu fossi stato ai funerali avresti ascoltato un’omelia con dei contenuti precisi. Più che parlare con me bisognerebbe parlare con il sacerdote. Quella cerimonia voleva dire qualcosa”.

Del resto già in quell’intervista a Lettera 43 aveva manifestato un suo fermento spirituale. “Della Costituzione italiana me ne frego. A me importa della costituzione morale. Credo di più al Vangelo che non alla Carta. Mi sembra più convincente, perché nel Vangelo c’è qualcosa di divino che nelle costituzioni liberali non c’è”. E incalzato dalla cronista diceva di non credere in Dio “perché non l’ho mai incontrato. Possibile che questo Dio così potente non abbia mai trovato il tempo di manifestarsi? Dal punto di vista morale sono un po’ vigliacco, sono molto cattolico: la penitenza, la confessione”.

E Giacomoni conferma: “A suo modo, cattolico lo è sempre stato. Di educazione, s’intende. Un cattolicesimo pre-Concilio Vaticano II. Quando l’ho conosciuto, accompagnava sua figlia a scuola dalle suore. Non è mai stato un mangiapreti, semmai lo ero io. Non si può parlare di conversione. Non c’è nessuno scandalo”.

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