Gip di Napoli: “Lavitola? Era un uomo di Stato in incognito”

ROMA – Nell’estate 2011 il presidente panamense Ricardo Martinelli, due ministri ed un componente della Corte Suprema di quel Paese, accompagnati da mogli o compagne, trascorsero un periodo di vacanze in Italia a spese di Valter Lavitola, la cui ”generosita’ – annota il gip di Napoli, Dario Gallo – era ispirata da uno specifico tornaconto personale”. Egli, infatti agiva come ”una sorta di Uomo di Stato in incognito”.

Durante tale vacanza, Lavitola chiese ed ottenne da Silvio Berlusconi che i suoi ospiti, che soggiornarono in Sardegna dal 18 al 21 agosto, potessero visitare Villa Certosa. L’ex premier mise a disposizione il capo giardiniere e un’automobile per il ricevimento al pontile della Villa, essendo il presidente ed i ministri panamensi attesi in barca.

Durante la visita – alla quale l’ex premier non partecipo’ per motivi di salute – Ricardo Martinelli parlo’ al telefono con Berlusconi (‘Ricardo mi ha fatto i complimenti, perche’, ha detto, e’ bellissimo, e’ bellissimo’); al termine della visita, Lavitola si raccomando’ che il presidente Martinelli (che chiama ‘fratello’, sottolinea il gip) fosse fotografato in maniera tale che fosse ben in evidenza il fatto che era ospite nella residenza di Berlusconi, affinche’ tali foto fossero pubblicate dai giornali di Panama.

Le camere d’albergo per il soggiorno in Sardegna – annota il gip – furono prenotate da Maria Claudia Ioannucci, ex deputato Pdl e componente del Cda di Poste Italiane, che si trovava in villeggiatura nell’isola, mentre al pagamento, sia pure parziale penso’ Lavitola, che nel frattempo, dal 13 agosto era in vacanza a Procida (Napoli) e che raggiunse poi gli ospiti in Sardegna.

Infine Lavitola – scrive il gip – si preoccupo’ anche di risolvere un problema creatosi con l’albergo dove alloggio’ il gruppo panamense relativo alle spese extra in un primo momento addebitate agli ospiti: Lavitola le fece loro rimborsare e se ne fece carico.

”Come si comprende dalle conversazioni (di Lavitola, ndr) con la Ioannucci – osserva il gip – il costo dei soggiorni italiani di Martinelli non era una spesa sostenuta da Lavitola in ragione di una disinteressata amicizia ma un investimento sulle future e passate attivita’ di corruttela”.

Inoltre, ”elemento decisivo del credito goduto da Lavitola presso il Martinelli e il governo panamense era costituito dall’ altrettanto sicuro e saldo rapporto tra Lavitola e l’allora presidente del consiglio Silvio Berlusconi”, motivo per il quale lo stessa Lavitola era ”una sorta di ‘Uomo di Stato’ in incognito”.

Conclude il gip: ”Il Lavitola, in altri termini si trovava, nel contesto panamense, ad essere nella condizione ideale per trattare da pari a pari con le massime autorita’ governative i lucrosi affari che risultavano d’interesse per le aziende italiane, essendo, ad un tempo, uno spregiudicato ma affidabile punto di riferimento sia per la sponda politica panamense – con la quale aveva una confidenza che in certi ‘affari’ certamente agevola (memorabile, sul punto, l’appellativo ‘fratello’ affibbiato a Martinelli da Lavitola) -, sia per quella imprenditoriale italiana”.

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