Google spende troppo e i risultati del trimestre deludono Wall Street

Larry Page, fondatore e ad di Google

SAN FRANCISCO, STATI UNITI –  Con il fondatore Larry Page, ora anche amministratore delegato, Google ha reso noti risultati finanziari che hanno deluso le aspettative degli analisti di Wall Street. Nel primo trimestre le entrate sono aumentate del 27 per cento e sono aumentati anche i profitti, ma non nella misura che si aspettavano gli analisti, a quanto riferisce il New York Times. Di conseguenza le azioni di Google hanno perso il 5,5 per cento, a quota 546,96 dollari.

Secondo gli analisti, il forte calo azionario è stato dovuto alle eccessive spese in cui si è imbarcato il gigante di Mountain View. L’azienda si è lanciata in una vasta campagna di assunzioni – 1.900 nuovi dipendenti nel primo trimestre – ed ha mantenuto la promessa di dare un aumento salariale del 10 per cento a tutto il personale. I costi operativi, inclusi gli stipendi, sono ammontati nel primo trimestre a 2,84 miliardi di dollari, un aumento del 55 per cento rispetto all’anno scorso.

Funzionari di Google interrogati sullo spending spree dell’azienda hanno spiegato che esso è necessario per contribuire alla nascita di prodotti emergenti che daranno profitti nel lungo periodo. Ma non hanno convinto gli analisti. Uno di essi, Ross Sandler, della RBS Capital Markets, ha rilevato che non possono continuare a spendere in questo modo senza incorrere prima o poi nella legge dei ricavi calanti.

Google ha reso noto cvhe nel primo trimestre le entrate sono aumentate del 17 per cento, a quota 2,3 miliardi, a fronte di 1,96 miliardi nello stesso trimestre di un anno fa. Le entrate sono salite a 8,58 miliardi, rispetto ai precedenti 6,77 miliardi.

La comScore’ Mobilens ha fatto sapere che Google attiva 300 mila congegni mobili che utilizzano il suo sistema operativo Android, che è in testa rispetto a tutti gli altri sistemi operativi con il 33 per cento del mercato telefonico negli Stati Uniti nei tre mesi terminati a febbraio. Research in Motion, costruttore del Blackberry, è a quota 28,9 per cento, mentre Apple è al 25,2 per cento.

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