Guardian in rosso: rischia la chiusura

LONDRA – Bilanci in profondo rosso e per il Guardian, storica testata della sinistra britannica, si avvicina il giorno della fine della stampa: il gruppo editoriale che pubblica il quotidiano e il suo domenicale The Observer ha riportato 33 milioni di sterline di perdite annuali e presto ne ridurrà le dimensioni per tagliare i costi.

Lo Scott Trust, la fondazione senza fini di lucro che possiede il Guardian e l'Observer, potrebbe finire i fondi tra tre-cinque anni se non vengono fatti importanti cambiamenti, ha detto l'amministratore delegato del Guardian Media Group Andrew Miller allo staff dei due giornali. Miller ha ammesso per la prima volta che in un futuro ancora non determinato, ma probabilmente vicino, le testate Gmg potrebbero chiudere le tipografie per divenare solo online.

Il Guardian ha 189 anni. Negli ultimi quattro anni, in coppia con l'Observer, ha accumulato perdite di 134 milioni di sterline nonostante il taglio di 200 posti di lavoro due anni fa. E già a partire dal prossimo marzo saranno ridotte le pagine e il numero degli articoli, mentre verrà posto l'accento sulla copertura degli Stati Uniti in un tentativo di posizionare il Guardian (come ha fatto il Financial Times) sul sempre più vasto mercato del 'NyLon', la megalopoli NewYorkLondon, in cui decine di migliaia di persone (banchieri, avvocati, esperti d'arte, show business) fanno ogni settimana la spola tra le due sponde dell'Atlantico come pendolari tra due quartieri.

L'annuncio di Miller non è il primo nel mondo dei grandi giornali: nel 2007 l'editore del New York Times Arthur Ochs Sulzberger aveva fatto un pre-funerale alla carta stampata sostenendo di non sapere se, da lì a cinque anni, il suo giornale sarebbe stato ancora stampato su carta. ''E volete saperlo: non me ne importa niente'', aveva detto il proprietario della 'Old Gray Lady'.

Il New York Times ha puntato sul web (da quest'anno a 'tassametro' con un paywall che si alza a seconda dei consumi) per uscire dalla crisi. ''Non far nulla non è un'opzione'', ha concordato oltreatlantico Miller. L'amministratore delegato del Gmg ha individuato un doppio binario per le attività giornalistiche del gruppo: da un lato le breaking news destinate all'online, dall'altro il giornale di carta che ''già a partire da quest'anno finanziario'' avrà più analisi, articoli più lunghi, pezzi di riflessione.

''Solo il 4 per cento dei nostri clienti legge il giornale alle dieci di mattina per sapere cosa sta succedendo'', ha detto Miller. Il direttore del Guardian Alan Rusbridger ha annunciato che intanto le edizioni dal lunedì al venerdì saranno ridisegnate entro la fine del 2011: ''L'idea è di fare qualcosa che assomiglia a Newsnight, un programma di approfondimento, e non al telegiornale News at Ten''.

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