ROMA – L'obesità allarga il girovita e restringe il cervello, atrofizzandolo proprio in una regione, l'ipotalamo, indispensabile a controllo di appetito e peso corporeo.
Lo dimostrano due studi indipendenti condotti rispettivamente da Michael Schwartz della University of Washington presso Seattle e Jeffrey Flier del prestigioso Beth Israel Deaconess Medical Center di Boston, entrambi pubblicati sul Journal of Clinical Investigation.
Si è andato via via chiarendo attraverso una serie di ricerche pubblicate in questi ultimi anni che i chili di troppo appesantiscono la 'forma' della mente e quindi ne riducono le prestazioni. Inoltre, proprio di recente ricercatori italiani dell'Universita' Cattolica di Roma hanno dimostrato che l'obesita' accelera l'invecchiamento cerebrale riducendo i livelli di una molecola, Creb1, indispensabile per il buon funzionamento delle ''meningi''.
Ma in questi due lavori si e' visto ancora qualcosa in piu': Schwartz ha scoperto, dandone prova sia su modelli animali sia su persone obese, che l'eccesso ponderale atrofizza il cervello, riducendo in particolare una parte di esso deputata, tra le altre cose, al controllo di appetito e peso corporeo, l' ipotalamo.
Ad avvalorare la sua tesi, poi, giunge l'altro studio, quello di Flier, dove si e' visto che, in caso di obesita' nell' ipotalamo risulta rallentato o del tutto assente il fisiologico ricambio periodico di cellule nervose, insomma e' inibita la formazione di nuovi neuroni.
Questo potrebbe essere uno dei motivi per cui gli obesi hanno un problema a controllare l'appetito e quindi a regolarsi a tavola.