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“I like” Facebook: grande successo ma poca privacy

di Sandro |13 Maggio 2010 11:21

Facebook è la moda del momento, si sa. Periodicamente, le nuove invenzioni del genio del web Mark Zuckerberg suscitano scalpore negli utenti del più famoso social network al mondo e portano con sé inevitabili polemiche. Questa volta è il nuovo pulsante “I like” a portare scompiglio, il “social plug-in”, con il quale gli utenti potranno segnalare i siti preferiti quando navigano in rete, sono finiti poche settimane dopo il lancio su più di 100mila siti.

La paura è che insieme al successo arrivi anche l’uso indiscriminato da parte delle aziende che utilizzano il nuovo strumento di informazioni personali. Se Facebook fa sapere che Internet Movie Database ha visto il proprio traffico da Facebook raddoppiare da quando ha inserito il pulsante ‘I like’, lo stesso è successo per i siti di informazione: per il Washington Post l’incremento è stato del 290%, per ABC News del 250% e per il giornale canadese The Globe and Mail l’80%.

Ma non è tutt’oro quel che luccica. Zuckerberg canta vittoria, non ma le voci critiche sulle politiche della privacy del social network aumentano. Con i nuovi “social plug-in”, il rischio è che la mole di informazioni detenuta da Facebook e di fatto messa a disposizione di altri siti web, venga utilizzata senza autorizzazione dalle aziende a scopi pubblicitari e non solo.

A preoccupare utenti e non solo sono anche i guasti tecnici che negli ultimi mesi hanno creato falle nella protezione della privacy di Facebook. Solo quest’anno, prima un numero imprecisato di messaggi sono arrivati ad altri utenti a cui non erano destinati, poi, lo scorso maggio, anche se per breve tempo si sono potute spiare le ‘chiacchiere’ private di amici e conoscenti della propria rete di contatti.
Secondo alcune indagini di mercato, il gradimento di Facebook comincerebbe a scendere nelle fasce d’età più avanzate, e, secondo indiscrezioni, Zuckerberg e compagni inizierebbero ad essere preoccupati per le ricadute di immagine sul marchio che gli inconvenienti tecnici e le polemiche sulla privacy stanno avendo.

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