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Ictus, bypass, infarto: ecco gli ospedali più efficienti e non in Italia

di admin |22 Marzo 2012 13:13

Ap-Lapresse

ROMA – Avere un ictus ma trovarvi a Lecce potrebbe salvarvi la vita. Se invece vi trovate a Viterbo il rischio di mortalità aumenta. Secondo i dati raccolti da Agenas il tasso di mortalità entro 30 giorni da un ictus è dell’1,17 per cento nell’ospedale di Scorrano, in provincia di Lecce. A Civita Castellana, in provincia di Viterbo, il tasso di mortalità sale invece al 35,02 per cento. La classifica dei migliori e peggiori ospedali in Italia è stata stilata da Agenas ed ha evidenziato che efficienze, o inefficienze, sono distribuite a macchie di leopardo. Non vale più dunque la distinzione tra nord efficiente e sud inefficiente nel caso della sanità.

I dati parlano chiaro: i migliori ospedali per la cura dell’ictus sono l’ospedale Veris Delli Polli in Puglia, la Casa di cura Clinic Center di Napoli e l’ospedale Barone Romeo di Patti, vicino Messina. I peggiori invece l’ospedale di Civita Castellana, l’ospedale di Nostra Signora di Bonaria di San Gavino Monreale in Sardegna ed il padiglione ospedaliero De Lellis di Schio, Vicenza.

Per un bypass aortocoronarico la mortalità a 30 giorni è dello 0,23 per cento all’ospedale Mazzini di Teramo, dello 0,6 per cento nell’azienda ospedali riuniti di Trieste e dello 0,64 per cento nell’azienda ospedaliera universitaria di Bologna. Attenti invece nelle strutture in Campania, dove la Casa di cura Montevergine di Mercogliano, vicino Avellino, e l’ospedale di Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta registrano rispettivamente l’8,22 ed il 7,58 per cento di mortalità. Nell’ospedale San Carlo di Potenza la mortalità è invece dell’8 per cento.

L’ospedale di Città di Castello vicino Perugia è invece la salvezze per chi è colto da infarto miocardico acuto con il 4,11 per cento di mortalità, insieme all’ospedale Martini di Torino e l’ospedale C.G. Mazzoni di Ascoli Piceno entrambi  con il 4,26 per cento di mortalità. Gli ospedali con i tassi più alti invece sono il San Giovanni Evangelista di Tivoli, Roma, col 28,32 per cento, l’ospedale di Montebelluna vicino Treviso con il 23,98 per cento e l’ospedale A. Cardarelli di Campobasso con il 23,24 per cento.

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