Il biliguismo mitiga i danni dell'Alzheimer

ROMA – Essere global fa bene. Parlare fluentemente due o piu' lingue fin dall'eta' giovanile puo' avere effetti positivi sul cervello. Non solo in termini di capacita' cognitive, ma anche per ritardare i sintomi dell'Alzheimer. E' quanto sostiene la neuroscienziata cognitiva canadese Ellen Bialystock in un intervista sul sito dell'inglese Guardian.

''Le prime indicazioni sui benefici del bilinguismo – racconta Bialystock – le ho avute dalla capacita' dei bambini tra i cinque e i nove anni di capire la struttura del linguaggio bene quanto il significato delle parole. Si tratta del cosiddetto sapere metalinguistico, ed e' la chiave per utilizzare le lingue per apprendere, pensare, mettere in pratica la logica''.

Quando una persona bilingue, continua la ricercatrice canadese, parla in una lingua, la ricerca dimostra che gli altri idiomi sono presenti e attivi nella sua testa. Chi padroneggia il bilinguismo tuttavia incorpora un sistema cognitivo detto 'executive control system' che risolve la competizione tra le diverse espressioni linguistiche presenti nella mente e focalizza l'attenzione. ''Se si e' bilingui – sottolinea la studiosa – si utilizza tale sistema di controllo in ogni momento e cio' fortifica questo meccanismo stesso''.

In uno studio al centro geriatrico Baycrest a Toronto, precisa Bialystock, abbiamo individuato 200 casi conclamati di malati di Alzheimer e ripartito il gruppo tra chi si esprimeva solo in una lingua e chi in piu'. Ricostruendo la tempistica della notifica dei primi sintomi di Alzheimer da parte dei familiari dei pazienti e la data di ufficializzazione diagnostica della malattia, i bilingui entravano nel tunnel mediamente ad una eta' superiore di quattro anni. L'esperimento e' stato ripetuto con altri 200 pazienti, con lo stesso risultato. ''Era dunque possibile che il bilinguismo avesse capacita' protettiva del cervello e ritardasse la comparsa dell'Alzheimer, ma non ho creduto a cio''', racconta la studiosa. In un nuovo studio su 20 monolingua e 20 bilingui, tutti attorno ai 75 anni, ho osservato che il gruppo dei bilinguisti era ad uno stadio piu' avanzato nella progressione della malattia dell'Alzheimer, ma la loro funzionalita' era pari. Questo, ha concluso, ''e' il vantaggio dei bilingui: loro possono cavarsela meglio nell'infermita'''. In generale, da detto la neuroscienziata, ''apprendere una lingua in tarda eta' fa bene non in quanto si diventa bilingui ma perche' e' una attivita' che stimola la mente, un buon metodo per tenere in esercizio il cervello''.

Alla domanda se tre lingue sia meglio di due la scienziata risponde che ''gran parte di coloro che parlano due lingue non sceglie di esserlo perche in possesso di un talento specifico per le lingue, ma perche' e' la vita a chiedere questo requisito. La padronanza di tre lingue e' normalmente piu' di una scelta, una opzione di lusso associata con l'intelligenza, la predisposizione per le lingue, l'educazione. Il benefici sono percio' piu' difficili da misurare''. Bialystock, 62 anni, e' professore universitario di psicologia alla York University di Toronto (Canada) e lo scorso anno e' stata premiata al Killam prize per il suo contributo per le scienze sociali.

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