Il bugiardo e la sua madrina: l’epistolario tra Busi e la Ventura

Pubblicato il 22 Marzo 2010 - 15:54 OLTRE 6 MESI FA

Quando si dice il coraggio delle proprie parole…Scrive Aldo Busi a Simona Ventura: “Mi si attribuiscono offese a questo Papa il cui nome, come risulta anche dalla trascrizione del parlato, so di non aver pronunciato. Se i giornali hanno scritto che ho ingiuriato indirettamente questo Papa, di sicuro è che gli stessi l’hanno ingiuriato direttamente: nessuno deve arrogarsi il diritto di leggere nelle intenzioni e io sono per carattere e per dialettica abituato ad aprire e chiudere da me i miei sillogismi”. La “trascrizione del parlato” made in Busi dice testualmente: “Se anche il Papa si scaglia contro gli omosessuali, forse è quello che è ormai risaputo…l’omofobo è un omosessuale represso. Queste persone sono un danno per la società”.

Dunque la “trascrizione del parlato” dice che il nome del Papa è stato fatto, che chiarissimamente Busi gli ha rivolto il sospetto di omosessualità repressa, che questa condizione è stata definita danno per la società. E che Aldo Busi è un bugiardo. Bugiardo che si maschera dietro parole complesse quali dialettica e sillogismo, di cui certo non ignora il significato ma che bugiardamente usa a sproposito. Dialettica non è confondere le acque, sillogismo non è alludere. Ma questo in fondo non è colpa di Busi, è colpa collettiva della comunicazione italiana che chiama Busi “filosofo” senza nulla sapere di filosofia. A simile colpa si accompagna giustamente la pena: la pena di doversi occupare di simile epistolario tra un presuntuoso, eccentrico, pavido giocoliere di parole e una signora che organizza e presiede, con compiaciuto successo, il festival dell’ignoranza arrogante.