Il Tg della 7 è stato il solo ad aumentare gli ascolti, scrive Grasso sul Corriere. Per questo mettono Mentana posto di Piroso?

Scrive Aldo Grasso sul Corriere.it che i telegionali in Italia, tra settembre 2008 e ottobre 2009 hanno perso  quasi un milione di spettatori, passando da 20,4 milioni a 19,47 milioni di teste vedenti. Giustamente sentenzia: “I telegiornali nazionali mostrano, nel complesso, vari segni di crisi”, a prescindere da chi li editi e li diriga.

Giustamente Grasso commenta che si tratta di “una crisi nei consumi ma anche nella qualità dell’informazione.”

Ovviamente “vanno tenuti in considerazione fattori contestuali: la diffusione di altri luoghi d’informazione (internet, canali all news)”, ma tutto questo non basta, secondo Grasso per spiegare un siile calo in così poco tempo. La colpa è nella “qualità dell’informazione” che più di tutto spiega ” la disaffezione degli spettatori. Perché i notiziari televisivi sembrano tutti uguali: hanno sposato un modello ritenuto vincente, che si basa sulla progressiva diluizione delle hard news (politica/esteri/economia) in favore delle soft news (cronaca/curiosità/gossip)”.

Antonello Piroso
Rituale e doveroso attacco al Tg1 e una considerazione: “Unico telegiornale in controtendenza, che guadagna ascolti, è il TgLa7”.

I dati, ricordiamolo, sono di due anni fa, quindi non sono merito di Mentana. Sarà per questo che hanno mandato via il direttore.

Anni fa, ai tempi della Dc e delle Partecipazioni statali dominanti, un dirigente di una azienda pubblica dotato di senso dell’umorismo teorizzava che non bisogna mai fare andare bene la azienda che ti è stata affidata, desteresti troppi appetiti, meglio se perde.

La lezione del Tg della 7 sembra dargli postuma ragione. Così vanno le cose in Italia, il merito è dimensione di un altro pianeta.

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