Imu, 3 rate ma la seconda sarà facoltativa. Separati, paga chi ci abita

ROMA – Tre rate per l’Imu sulla prima casa suscettibili di tornare due, secondo la volontà del contribuente. Per le scadenze nel pagamento dell’Imu c’è un’ultima novità. Sulla prima casa, infatti, è stato appena approvato l’emendamento che consente la rateizzazione in tre tranche, giugno, settembre e dicembre. Poi è stato approvato un altro emendamento del deputato Udc Galletti che rende facoltativi versamenti della seconda rata.

Rateizzazione che, comunque, sarà una tantum, valida cioè solo per il 2012. In effetti, si erano sollevati dubbi sull’efficacia delle tre rate  come alleggerimento del carico fiscale sulle famiglie. Nulla cambia invece dalla seconda casa in su: acconto del 50% a giugno e la restante metà con il saldo di dicembre (sempre più conguaglio calcolato sulla base delle aliquote effettive). Si segni la data del 30 settembre chi ha acquistato un immobile dal 1° gennaio in poi: è il nuovo termine per la presentazione della dichiarazione Imu.

Nell’ambito del riordino della materia fiscale e in particolare dell’esigenza di sfoltire la selva di esenzioni e aiuti tributari, viene chiarito che le detrazioni Imu sulla prima casa valgono per un solo immobile a famiglia. Quindi 200 euro fissi sulla prima abitazione più 50 euro per ogni figlio che ci vive sotto i 26 anni fino a un massimo di 600 euro (4 figli). Agevolazioni che verranno conteggiate una sola volta per ciascuna famiglia anche se i singoli componenti hanno “stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi” nello stesso Comune.

Una modifica importante riguarda il trasferimento del carico fiscale dell’Imu dal proprietario all’assegnatario nel caso di persone separate o divorziate. Insomma il conto va a chi ci abita, vale, ai fini Imu, il “diritto di abitazione”. Scherzando qualcuno (Sergio D’Antoni) la giudica una norma “maschilista”, visto che nella maggioranza dei casi l’abitazione è assegnata alla moglie. In controtendenza con la scelta adottata finora di imporre la tassa sempre al al marito separato ma proprietario, anche se nel frattempo era tornato da mamma o viveva in un monolocale.

L’Ici, poco prima che fosse cancellata, aveva concesso che al proprietario di fatto sfrattato di pagare l’abitazione come prima e non seconda casa, quindi con un’aliquota più bassa. L’associazione degli avvocati matrimonialisti critica il provvedimento. A suo giudizio, essendo ogni situazione diversa, sarebbe dovuto spettare al giudice decidere chi doveva assumere la responsabilità di pagare l’imposta. Altre novità introdotte: l’esenzione Imu, Irpef e Ires per le case distrutte dal sisma abruzzese del 2009, lo slittamento al 30 settembre del termine per la dichiarazione Imu e la deducibilità al 40% sulle dimore storiche.

Spicca l’addio all’imposta di bollo per gli affitti soggetti alla cedolare secca Irpef del 21% (19% sui contratti a canone concordato) e ai tributi di registro e di bollo in caso di fidejussione emessa a favore del conduttore.

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