Al mattino e il lunedì aumenta il rischio di infarto e ictus: più fatali

Pubblicato il 3 Aprile 2012 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Al mattino il rischio di ictus ed infarto è più alto. Se poi quel mattino è proprio di lunedì, il giorno del ritorno alla lavoro, il rischio per patologie cardiovascolari sale ancora. Roberto Manfredini, direttore della Clinica Medica dell’università di Ferrara, ha mostrato che la morte legata a patologie cardiovascolari come ictus, infarti o aneurismi aumenta al mattino e soprattutto il lunedì. Il rischio di infarto sale al 4o per cento tra le 6,30 e le 12 del mattino e gli infarti si rivelano più fatali. Non solo un ciclo diurno, ma addirittura un ciclo settimanale ed annuale: il lunedì, specie in inverno, le probabilità di infarto sale del 13 per cento e la gravità è maggiore che negli altri giorni della settimana.

Il problema sarebbe lo stress, che al mattino raggiunge un picco proprio nel momento del risveglio: “Al mattino diversi fattori, come il risveglio, l’aumento dell’attività fisica e della frequenza cardiaca e la maggior sintesi di cortisolo dovuta allo stress dell’avvio di giornata, inducono un incremento nella domanda di ossigeno; inoltre, dopo il risveglio è maggiore la vasocostrizione delle coronarie, l’adrenalina in circolo è più abbondante e le piastrine tendono a essere maggiormente “adesive” favorendo la formazione di trombi. Tutto questo si traduce in una ridotta disponibilità di ossigeno circolante, un aumento della pressione e una maggiore instabilità delle placche aterosclerotiche, che possono quindi rompersi provocando un infarto”, ha spiegato Manfredini.

Anche per gli ictus i fattori temporali di rischio sono gli stessi dice Manfredini: “Nel caso dell’ictus, ischemico o emorragico, probabilmente contano gli stessi fattori importanti nella genesi dell’infarto. La risultante è sempre un incremento di pressione che, in caso di circolo arterioso cerebrale danneggiato dall’aterosclerosi, o per un assottigliamento dei vasi o per la rottura di piccoli aneurismi cerebrali, provoca l’ictus”.

Manfredini ha detto: “Il 35 per cento dei nostri geni risponde ai ritmi circadiani: agli stimoli come stress o incrementi della pressione arteriosa reagiamo in maniera diversa a seconda del momento del giorno o della settimana, e ciò può aumentare o diminuire la probabilità di ammalarsi o avere un infarto. Al lunedì evidentemente è più probabile una sorta di “fuori sincrono” degli orologi biologici periferici presenti in quasi tutti gli organi, cuore compreso. Inoltre, può darsi che giochino un ruolo sfavorevole anche un incremento della pressione o degli zuccheri e lipidi nel sangue a seguito del diverso stile di vita nel fine settimana. L’effetto della ripresa del lavoro invece parrebbe solo parziale, perché l’inizio della settimana risulta più rischioso anche per chi è pensionato”.

Il professore ha poi spiegato alcuni accorgimenti per ridurre il rischio: “Prima di tutto rispettare le buone regole di vita quotidiana, alimentari e di attività fisica, assumere le terapie corrette agli orari appropriati, e magari prendere l’inizio della giornata e della settimana con calma, cercando di ridurre almeno lo stress”.